Sarà prorogata al 2024 l'attuazione dell'accordo tra Invitalia, ArcelorMittal e i commissari straordinari di Ilva in A.S., che entro il 31 maggio avrebbe dovuto vedere l'azionista pubblico salire dall'attuale 38% al 60% del capitale di Acciaierie d'Italia. La notizia era stata anticipata dai commissari straordinari di Ilva in A.S. durante un'audizione nelle Commissioni riunite Ambiente e attività produttive alla Camera e poi confermata alcuni giorni fa dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. «Il contratto tra governo e Mittal verrà prorogato, in alcune parti ci saranno delle modifiche rese necessarie dalle nuove circostanze, ma l'impianto è quello», aveva detto Giorgetti a margine dell'incontro a Genova di una delegazione di sindacalisti dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano. «Sugli impianti di Taranto – aveva aggiunto – purtroppo c'è una situazione giudiziaria assai complessa, per cui la magistratura ha decretato la confisca. Si attendono ancora le motivazioni di questo provvedimento». Il riferimento è al dissequestro degli impianti dell'area a caldo dello stabilimento di Taranto, che è una delle condizioni sospensive dell'accordo di investimento siglato a dicembre del 2020. La Procura di Taranto a metà maggio ha espresso parere negativo in merito alla richiesta di dissequestro presentata il 30 marzo dai legali dei commissari di Ilva in A.S. Si attende ancora il parere della Corte d'Assise.
Insieme alla salita di Invitalia al 60% di Acciaierie d'Italia, sarà prorogato il versamento di 680 milioni di euro per acquistare gli asset oggi in affitto perché di proprietà di Ilva in A.S. I termini industriali dell'intesa rimarranno probabilmente invariati, ma si utilizzerà il maggior tempo a disposizione per eventuali aggiustamenti del piano in corso d'opera nonché per il completamento delle prescrizioni dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale). È attesa per oggi la firma dell'accordo per il rinvio.