Il dossier ex Ilva slitterà a fine settembre per motivi politici, poiché sarà l'esito delle elezioni regionali in Puglia a determinare il futuro del siderurgico. A riportarlo oggi sono diversi quotidiani italiani, secondo i quali a breve sarà avviata la "due diligence" che stabilirà l'effettivo valore di ArcelorMittal InvestCo Italy (AMI), mentre allo stesso tempo si interromperanno le trattative tra governo italiano e ArcelorMittal sul destino del colosso siderurgico. Dopo mesi, manca ancora un progetto industriale. Resta irrisolto il nodo degli esuberi, che a inizio giugno l'azienda aveva quantificato in 5.000 (3.300 temporanei e 1.700 strutturali) e restano da definire le modalità dell'ingresso dello stato nell'ex Ilva. L'ultimo incontro tra governo e organizzazioni sindacali risale al 9 giugno. Da allora vi sono state dichiarazioni da parte del presidente del consiglio Giuseppe Conte e del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli sulla volontà del governo di chiudere l'area a caldo a Taranto, ma non è chiaro cosa prevedrebbe la riconversione. Nelle scorse settimane l'amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, ha annunciato la volontà della multinazionale di non abbandonare Taranto. Tuttavia, entro il 30 novembre i franco-indiani possono lasciare l'impianto pagando una penale di 500 milioni di euro. Ecco perché si deve arrivare a una soluzione in tempi rapidi.