La bozza dell'accordo tra ArcelorMittal e Ilva in Amministrazione Straordinaria prevedrebbe due possibilità per l'abbandono dell'Italia da parte del colosso mondiale dell'acciaio: una percorribile entro il 31 dicembre di quest'anno, previo pagamento di una «caparra penitenziale di 500 milioni di euro», qualora entro il 30 novembre non venisse rimodulato il canone di affitto; l'altra esercitabile entro il 31 maggio 2022, qualora non si verificasse una delle clausole sospensive dell'accordo. Tra queste, la modifica del piano ambientale, l'autorizzazione a usare il rottame nel forno elettrico, la revoca dei sequestri e la stipula dell'accordo sindacale. In questo secondo caso non ci sarebbero penali, ma ArcelorMittal sarebbe tenuta a pagare l'affitto fino alla data di scadenza.
Come riportato in precedenza, l'udienza per il ricorso urgente presentato da Ilva in A.S. per scongiurare l'abbandono di ArcelorMittal è fissata per il prossimo 6 marzo in Tribunale a Milano. L'obiettivo è quello di arrivare a un accordo entro il 28 febbraio. Secondo fonti vicine al dossier, le posizioni tra le parti restano piuttosto distanti. Pertanto la bozza di accordo sarebbe costruita in modo tale da permettere loro di arrivare alla scadenza di fine mese con un'intesa che rinvii a novembre i nodi più difficili da sciogliere.
Stefano Gennari