Ex Ilva, ArcelorMittal pronta a un accordo per la restituzione

lunedì, 03 febbraio 2020 12:48:17 (GMT+3)   |   Brescia
       

Settimana cruciale per l'ex Ilva di Taranto. Il governo italiano, ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria continueranno infatti a trattare per la ricerca di un accordo fino al 7 febbraio, data dell'udienza del Tribunale di Milano. Intanto, il colosso franco-indiano si prepara alla battaglia giudiziaria nel caso in cui il negoziato fallisse. 

Nella memoria di difesa presentata al Tribunale di Milano, ArcelorMittal sottolinea che l'abolizione dello scudo penale, avvenuta lo scorso anno per legge, altera il contratto per la gestione di Ilva rendendone impossibile la prosecuzione. «AM - si legge nel documento, lungo 67 pagine - ha continuato a gestire l'impianto solo perché ha aderito alla richiesta formulata dal Presidente del Consiglio dei ministri di mantenere il normale funzionamento degli impianti e garantire la continuità produttiva durante la negoziazione di un nuovo contratto con il Governo e i commissari straordinari» anche in base all'invito formulato dal Tribunale di Milano con decreto del 18 novembre scorso. «La protezione legale - prosegue la memoria - è un requisito essenziale e un presupposto logico di efficacia del contratto così che la relativa abrogazione ha fatto venire meno il presupposto che giustificava il presupposto giuridico». Gli avvocati di ArcelorMittal accusano inoltre Ilva di non aver descritto le reali condizioni dell'altoforno 2. In altre parole, non avrebbe fatto presente che sarebbe stato soggetto ad un nuovo sequestro senza facoltà d'uso da parte della magistratura di Taranto con conseguenza lo spegnimento. Il rischio è stato poi scongiurato il 7 gennaio scorso con il pronunciamento del Tribunale del Riesame di Taranto che ha accolto il ricorso di Ilva in A.S., tuttavia secondo Arcelor l'annullamento del contratto è giustificato.

Gli avvocati di ArcelorMittal hanno aggiunto che la società, «andando ben oltre i propri obblighi contrattuali, sarebbe disposta a concordare - in buona fede e anche sotto la supervisione dell'ecc.mo giudicante - le modalità per garantire la più agevole restituzione dei rami di azienda e venire incontro alle esigenze di Ilva (mentre quest'ultima si è limitata ad opporre il proprio pervicace rifiuto a riprendere la gestione)». In sostanza ArcelorMittal conferma l'intenzione di recedere dal contratto qualora non venisse trovata l'intesa con il governo e con Ilva in A.S.

«Con Arcelor Mittal stiamo trattando anche fino al 6 notte, l'udienza è fissata il 7 febbraio» ha dichiarato di recente Stefano Patuanelli, ministro dello sviluppo economico. «Se si riesce a trovare una soluzione affinché entrambe le parti ritirino il procedimento giudiziario - ha continuato - siamo ovviamente più tranquilli, però non lo faremo ad ogni costo». Non si può infine totalmente escludere che venga chiesta al giudice Marangoni di Milano una nuova proroga, dopo quelle chieste a novembre e dicembre, per guadagnare ulteriore tempo per proseguire la trattativa.

Stefano Gennari


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