I legali di ArcelorMittal hanno depositato al Tribunale di Milano la memoria difensiva per contrastare il ricorso cautelare d'urgenza dei commissari dell'ex Ilva. Questo era stato depositato a novembre per impedire alla multinazionale di venir meno al contratto di affitto del gruppo. Le parti avranno conoscenza della memoria solo a partire da domani. È da capire se la mossa di ArcelorMittal lascerà o meno aperto lo spazio per proseguire le trattative. Secondo fonti vicine al dossier, il deposito della memoria non andrebbe interpretato come una rottura della trattativa ma piuttosto come la volontà, da parte di ArcelorMittal, di non pregiudicarsi comunque l'udienza del 20 dicembre se il negoziato, nelle prossime ore, dovesse interrompersi o addirittura saltare. ArcelorMittal, Ilva in A.S. e il negoziatore incaricato dal Governo - il presidente di Saipem, Francesco Caio - stanno infatti lavorando sul memorandum di intesa da presentare al Tribunale di Milano con cui chiedere l'aggiornamento dell'udienza ad un'altra data. Nella "nuova" Ilva, secondo quanto riportato da più fonti di stampa, lo Stato potrebbe detenere dal 20 al 40 percento attraverso l'acquisizione di una partecipazione e sarebbe creata anche una newco per la produzione di preridotto.
Intanto, oggi 17 dicembre gli avvocati di Ilva hanno presentato al Tribunale del Riesame di Taranto il ricorso con cui impugnano la mancata proroga della facoltà d'uso dell'altoforno 2 dello stabilimento. L'udienza potrebbe tenersi il 30 dicembre. Fino al 18 gennaio, data entro la quale avverranno le ultime operazioni di spegnimento dell'altoforno, l'impianto produrrà poco meno di 5.000 tonnellate di ghisa al giorno.