Dopo la conferma del sequestro dell'Altoforno 2 e l'indagine sulla morte dell'operaio Mimmo Massaro precipitato in mare il 10 luglio scorso, un nuovo problema tormenta la gestione di ArcelorMittal Italia a Taranto. Si tratta del «pericolo di crollo per una parte del capannone dell'Acciaieria 1 a seguito della corrosione che interessa il tetto e le travi di acciaio che sostengono l'intera struttura», denunciato da Alessandro D'Amone, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza del sindacato USB.
«Sono evidenti e fanno temere il peggio - ha dichiarato D'Amone - gli squarci sul tetto e la corrosione delle travi portanti che in queste condizioni rappresentano un pericolo imminente e non garantiscono la sicurezza per i lavoratori che operano nell'area. Inoltre sempre in quest'area i gestori dello stabilimento violano una prescrizione dello Spesal circa il deposito delle scorie di acciaieria, deposito vietato perché rappresenta un pericolo al passaggio dei locomotori».
«Ogni giorno - ha aggiunto il coordinatore provinciale dell'USB, Francesco Rizzo - siamo costretti a denunciare gravi criticità che pongono a serio rischio la vita degli operai. Questo non è più accettabile: ArcelorMittal, in prossimità del giro di boa ad un anno di gestione del siderurgico tarantino, si è dimostrato completamente inaffidabile disattendendo ogni promessa fatta».