Eurofer: settori utilizzatori in crescita dell'8% nel 2021

giovedì, 06 maggio 2021 17:39:36 (GMT+3)   |   Brescia
       

Nonostante nel 2020 la recessione economica sia stata la peggiore di sempre nell'Ue, il crollo della produzione di acciaio grezzo nello stesso anno (-12,1%) non è stato forte quanto quello registrato con la crisi del 2009 (-30%). Lo ha affermato Alessandro Sciamarelli, Economic and Market Research, nel corso di un webinar tenuto oggi da Eurofer, l'associazione europea dei produttori siderurgici. La spiegazione è stata che la produzione nell'Ue non è mai tornata ai livelli pre-2009. Il consumo apparente ha seguito un andamento analogo, poiché i settori utilizzatori erano già stati colpiti all'inizio del 2019 dal peggioramento delle condizioni nel commercio globale, nonché dall'indebolimento del ciclo manifatturiero. Inoltre, il settore industriale, rispetto a quelli dei servizi e del turismo, ha subito meno gli effetti della crisi dovuta alla pandemia di Covid-19. Per il 2021 Eurofer prevede uno SWIP (indice composito dei settori utilizzatori di acciaio) in crescita dell'8%. Nello specifico, l'automotive, il settore più colpito nel 2020, dovrebbe crescere del 15,9%; ingegneria meccanica, elettrodomestici e costruzioni dovrebbero crescere rispettivamente del 15,9%, dell'8%, del 6,4% e del 5,0%. Il consumo apparente secondo le previsioni di Eurofer crescerà dell'11,7% nel 2020, dopo essere calato del 13% nel 2020, mentre il consumo reale aumenterà del 7,7% quest'anno dopo essere crollato del 10,4% nel 2020. 

Parlando di scambi commerciali, Sciamarelli ha evidenziato che, nonostante il calo della domanda, la quota di mercato dell'import non è diminuita rispetto alla media degli ultimi anni, soprattutto nel caso dei prodotti piani. Questo aspetto è stato ripreso nella seconda parte del webinar da Karl Tachelet, Director of Trade and External Relations di Eurofer, il quale ha affermato che i motivi che hanno spinto l'Ue ad adottare le misure di salvaguardia sono «ancora validi dopo tre anni» e pertanto tale strumento è «giustificato e necessario». La Section 232 sull'acciaio, ha spiegato, è ancora in vigore negli Stati Uniti, mentre in diversi paesi terzi permangono misure protezionistiche nonostante in un contesto di persistente eccesso di capacità globale. Pertanto, permane il rischio di «seri danni dovuti all'aumento di volumi deviati che potrebbero colpire l'industria siderurgica europea, ancora vulnerabile».


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