Lo scorso 4 febbraio, la commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare del Parlamento europeo ha approvato, con 58 voti favorevoli, 8 contrari e 10 astensioni, la relazione "Verso un meccanismo UE di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM) compatibile con il WTO", che sarà presentata per la votazione durante la prossima sessione plenaria del Parlamento europeo dell'8-11 marzo 2021. Secondo la European Steel Association (EUROFER), la relazione indica «l'intenzione che la maggiore ambizione dell'Ue in tema di cambiamento climatico non debba portare a una "rilocalizzazione delle emissioni di carbonio"», tuttavia «la proposta di eliminare gradualmente l'assegnazione gratuita parallelamente all'introduzione di un adeguamento del carbonio alla frontiera (CBA) creerebbe una grave minaccia per la sopravvivenza dell'industria siderurgica europea»
Ad oggi, ricorda EUROFER, il prezzo del carbonio è di 38 € per tonnellata di CO2, pertanto «i costi di produzione per l'industria primaria dell'acciaio salirebbero fino a circa 75 €/t» avendo un impatto «dirompente» sull'industria siderurgica dell'Ue e sulle relative catene del valore. Questo perché «i produttori europei e i settori a valle sosterrebbero costi elevati che minerebbero la loro capacità di investire in tecnologie a basso carbonio» e verrebbe compromessa la competitività delle esportazioni Ue verso paesi terzi.
Secondo EUROFER, una maggiore ambizione climatica «richiede misure rafforzate di rilocalizzazione delle emissioni, in particolare per i settori a maggiore rischio come quello dell'acciao» e «il CBAM può dare una maggiore protezione dalla rilocalizzazione delle emissioni solo se prevede l'assegnazione gratuita al livello degli attuali benchmark e affronta le carenze delle misure esistenti durante un periodo di transizione». Il CBAM, ha concluso quindi EUROFER, «non è un sostituto dell'assegnazione gratuita nell'ambito dell'ETS UE: è un complemento necessario».