Eurofer, lettera di 76 CEO del settore siderurgico sulla riforma del sistema EU ETS

lunedì, 29 maggio 2017 12:37:16 (GMT+3)   |   Brescia
       

Eurofer, l'associazione dei produttori siderurgici europei, ha diffuso oggi una lettera aperta indirizzata ai capi di stato e ai governo dell'Unione Europea firmata da 76 rappresentanti di aziende siderurgiche europee.
Tra gli italiani che hanno firmato la missiva, si segnalano i nomi di Antonio Gozzi (per Federacciai e Duferco), Claudio Riva (Riva Forni Elettrici), Mario Caldonazzo (Finarvedi), Giuseppe Pasini (Feralpi), Filippo Gottardis (Officine Tecnosider), Michele Della Briotta (Tenaris) e Timoteo Di Maulo (Aperam).

Di seguito, il testo integrale della lettera:

I sottoscritti, CEO del settore siderurgico europeo, si rivolgono per iscritto a voi, in vista delle negoziazioni finali relative alla riforma del Sistema europeo di scambio delle quote di emissione (EU ETS).

Riconosciamo che il cambiamento climatico sia un aspetto critico che necessita di una risoluzione urgente a livello internazionale e supportiamo appieno gli sforzi che puntano a una riduzione delle emissioni di CO2 in tutta l'economia europea che sia efficace dal punto di vista dei costi.

Nelle prossime settimane, si presenterà l'ultima opportunità per modellare un Sistema EU ETS che meglio risponda a tali obiettivi, salvaguardando al contempo il settore siderurgico europeo e i suoi milioni di dipendenti. Avrete la possibilità di evitare di opprimere il settore con costi elevati, che soffocheranno gli investimenti o aumenteranno il rischio di tagli ai posti di lavoro e di chiusura degli impianti nell'Unione Europea.

Il settore siderurgico desidera contribuire in modo incisivo alla riduzione delle emissioni di CO2. Tuttavia, con valori benchmark nella produzione dell'acciaio tecnicamente impossibili da ottenere, la legislazione EU ETS crea costi del carbonio elevati anche per le acciaierie che vantano le performance migliori, nonostante il settore sia stato inequivocabilmente riconosciuto dalla valutazione d'impatto della stessa Commissione europea a rischio elevato di carbon leakage. Nella forma attuale, il sistema EU ETS favorisce l'importazione di acciaio da altri paesi concorrenti, che non prevedono tali costi e che tuttavia contribuiscono all'impatto negativo sull'ambiente in misura maggiore rispetto a quanto accade con la produzione di acciaio in Europa.

Se la direttiva EU ETS dovesse essere adottata senza implementare i miglioramenti richiesti dal Parlamento Europeo, da qui al 2030 sopraggiungerà una penuria delle quote di emissione nel settore pari a circa il 35%. Non saranno quindi più disponibili le quote degli anni precedenti per alleviare l'impatto del periodo successivo al 2020. Inoltre, il settore si troverà maggiormente esposto al trasferimento del costo del carbonio nei prezzi dell'elettricità. Altri settori industriali che fanno riferimento al sistema EU ETS non sono soggetti ad altrettante limitazioni e non in questa misura.

Vi invitiamo pertanto ad aiutarci a preservare la sostenibilità e la capacità di competizione globale del settore siderurgico europeo. L'Europa deve essere in grado di produrre acciai innovativi, adatti a costituire la base di una società moderna e che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2.

È essenziale che i miglioramenti concordati dal Parlamento europeo in merito ai gas di scarico, all'asta delle quote, al fattore di correzione transettoriale e ai costi indiretti siano adottati anche dal Consiglio. In questo modo sarà possibile attuare una riforma che incoraggia la protezione climatica e il rispetto degli impegni sulla riduzione del CO2 sottoscritti dall'Europa, limitando al contempo l'impatto sulla competitività del settore siderurgico in Europa, sulla sua capacità di innovazione e sui posti di lavoro che questo supporta.


Tags: Europa Opinioni 

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