L'aumento dei volumi di importazione, il rallentamento della crescita economica, i costi elevati e volatili delle materie prime e la significativa crescita dei costi del carbonio, insieme, creeranno "la tempesta perfetta" che potrebbe riportare l'industria siderurgica europea in un periodo di grave crisi. È questa la preoccupazione della European Steel Association (EUROFER), che in un recente comunicato ha avvertito che questi fattori hanno già iniziato ad influenzare i produttori siderurgici europei, i quali sono stati costretti a fermare alcuni impianti e a ridurre le loro produzioni in tutto il continente.
Secondo EUROFER, la domanda di acciaio nell'UE, dopo essere cresciuta del 3,3% nel 2018, farà registrare un calo dello 0,4% nel 2019. D'altro canto, il prezzo del carbonio ha raggiunto i 25 €/t di CO2, una cifra considerevole tenuto conto dei ristretti margini di profitto del settore siderurgico. A fronte della volatilità dell'offerta di minerale di ferro in seguito al crollo della diga Vale in Brasile e agli elevati prezzi del rottame e del coking coal, l'industria siderurgica europea sta lottando su più fronti contemporaneamente, ha osservato EUROFER.
"Affinché l'industria siderurgica europea non venga spazzata via, abbiamo bisogno che la politica gestisca la minaccia principale: l'aumento delle importazioni, che ha consumato praticamente tutta la crescita della domanda di acciaio dell'UE per la maggior parte di un decennio", ha affermato Axel Eggert, direttore generale di EUROFER. "Nonostante le buone intenzioni - ha aggiunto - le attuali misure di salvaguardia sull'acciaio non hanno impedito l'aumento delle importazioni. I margini dei produttori dell'UE sono minimi, una circostanza che mina la loro capacità di investire in competenze, tecnologia e sviluppo a basse emissioni di carbonio. Stanno già suonando campanelli d'allarme e oggi è necessario intervenire per evitare che questa alluvione travolga il settore".