SteelOrbis ha parlato con Alessandro Sciamarelli, Director of Economic Research and Market Analysis di EUROFER, delle sfide del 2022 e di cosa aspettarsi per il 2023.
Dato l'impatto della guerra tra Russia e Ucraina, i continui problemi della catena di approvvigionamento e l'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime, insieme alle pressioni inflazionistiche molto elevate, le previsioni per il PIL dell'UE nel 2022 sono state ulteriormente abbassate di recente. Grazie agli sviluppi positivi nella prima metà dell'anno, la recessione economica è esclusa nel 2022, ma le prospettive per il 2023 sono state notevolmente riviste al ribasso a causa della crisi energetica, che potrebbe avere effetti persistenti sull'economia e sull'industria dell'UE a almeno fino al primo trimestre del 2023. Di conseguenza, le stime di crescita del PIL sono fissate a +3,3% per il 2022 e solo a +0,3% per il 2023, con due grandi economie dell'UE - Germania e Italia - che stanno attraversando una recessione, anche se lieve. Nel 2020, la recessione economica nell'UE per via della pandemia ha portato un calo del 6%, segnando la prima recessione dal 2013 e la più acuta mai registrata. Nel 2021, il PIL reale nell'UE ha recuperato (+5,3%) a seguito della solida crescita dell'economia e dell'industria dopo la rimozione della maggior parte delle misure restrittive legate al Covid.
Grazie alla resilienza dei settori industriali nella prima metà dell'anno e alla vigorosa performance dei servizi (riportati a pieno ritmo dopo la pandemia), la crescita del PIL nel 2022 sarà positiva nell'UE e in tutti i suoi 27 Stati membri, così come in tutte le altre economie avanzate (Stati Uniti, Regno Unito). Nonostante l'impatto della guerra in Ucraina e della crisi energetica, è prevista una crescita delle economie dell'UE anche nel 2022, seppur con una recessione nella seconda metà dell'anno.
Nonostante le forti perturbazioni e l'indebolimento della domanda causate dall'invasione russa dell'Ucraina, nel secondo trimestre del 2022 la produzione dei settori utilizzatori di acciaio ha registrato il sesto trimestre consecutivo di crescita su base annua (+5,7%), guadagnando ulteriore velocità rispetto al primo trimestre (+4,9%). Si tratta della continuazione della tendenza positiva osservata a partire dal terzo trimestre del 2020, quando l'industria ha iniziato a riprendersi dopo il crollo legato alla pandemia. Al contrario, nella seconda metà del 2022 l'attività produttiva totale nei settori che utilizzano l'acciaio è stata notevolmente influenzata dal conflitto in Ucraina e dall'aumento dei prezzi dell'energia, che hanno avuto un impatto negativo in termini di costi di produzione e minore produzione. La produzione totale nei settori utilizzatori di acciaio nel 2021 è cresciuta (+8,4%) dopo il forte calo registrato nel 2020 a causa del Covid (-10,2%), e dovrebbe mostrare una crescita (+1,9%) anche nel 2022, principalmente grazie agli sviluppi molto positivi dei primi due trimestri dell’anno. Questa evoluzione è stata data da una combinazione di tendenze favorevoli nei settori delle costruzioni, dell'ingegneria meccanica e dei trasporti e nel settore automobilistico, che è tornato in positivo nel secondo trimestre del 2022 dopo tre cali trimestrali consecutivi, causati dalle interruzioni della catena di approvvigionamento.
Si prevede che la crisi energetica in corso e il rapido deterioramento generale delle prospettive economiche e industriali pesaranno sulla crescita nei prossimi trimestri, poiché tra il quarto trimestre del 2022 e il secondo trimestre del 2023 è attesa una recessione della produzione industriale ponderata dell'acciaio (SWIP). Si prevede che i mesi invernali saranno particolarmente difficili sia per l'industria che per l'economia in generale, con una recessione in vista.
Il rapido deterioramento della situazione globale dovuto al peggioramento e al persistere di fattori negativi nel corso dell'estate (guerra in Ucraina, rialzo dei prezzi dell'energia) ha portato a una revisione completa delle previsioni di produzione per il 2023, in cui è prevista un calo della SWIP (-0,9% , seppur con andamenti diversi tra le singole economie dell'UE). Si prevede un miglioramento delle prospettive industriali a partire dal secondo trimestre del 2023, seppur soggetto a incertezza e imprevedibilità.
Le pesanti interruzioni dovute ai continui problemi della catena di approvvigionamento e alle conseguenze dell'invasione russa dell'Ucraina sulle industrie utilizzatrici di acciaio, nonché le prospettive economiche generali, dovrebbero riflettersi sui livelli apparenti di consumo di acciaio nel 2022. In questo contesto, si prevede che i livelli apparenti di consumo di acciaio registreranno la terza recessione annuale negli ultimi quattro anni (-3,5%, rispetto al -1,7% precedentemente stimato), molto probabilmente a causa di cali trimestrali che dovrebbero continuare fino alla fine del secondo trimestre del 2023. Il consumo apparente di acciaio è destinato a diminuire anche nel 2023 (-1,9%), a causa del persistere di fattori negativi (in primis la guerra in Ucraina e gli alti prezzi dell'energia) che dovrebbero continuare almeno fino alla seconda metà del prossimo anno. L'evoluzione complessiva delle prospettive industriali e della domanda di acciaio rimane soggetta a un'elevata incertezza, che probabilmente continuerà a indebolire la domanda dei settori utilizzatori di acciaio.