EUROFER: importazioni e costi CO2 tra le principali sfide dell'industria siderurgica europea

giovedì, 27 giugno 2019 10:32:36 (GMT+3)   |   Istanbul
       

La situazione negativa che l'industria siderurgica europea sta affrontando, le modifiche alla salvaguardia UE sull'acciaio, i costi legati alle emissioni di CO2 e la necessità di supportare l'innovazione lungo il processo di decarbonizzazione. Questi i principali temi trattati dalla European Steel Association (EUROFER) durante la propria conferenza annuale, intitolata "European Steel Day 2019: Transitioning to the Future of EU Industry".

Durante la conferenza, i siderurgici europei hanno discusso in particolare del rallentamento della domanda di acciaio, del boom delle importazioni e dell’importanza del fatto che l’UE consideri la riduzione delle emissioni di carbonio come una sfida globale anziché una responsabilità esclusivamente a loro carico.

Parlando della salvaguardia UE, EUROFER ha affermato in una nota che il suo compito deve essere quello di contrastare le importazioni sleali che stanno causando distorsioni sul mercato dell'UE. Secondo i siderurgici, queste importazioni stanno mettendo a repentaglio la loro stessa sopravvivenza. «Un settore dinamico che esce da un anno positivo sul proprio mercato domestico è costretto a ridurre posti di lavoro e produzione. Sono 330.000 le persone occupate direttamente nel settore siderurgico europeo» ha sottolineato l’associazione.
Come rimarcato altre volte negli ultimi mesi, EUROFER ritiene che le misure di salvaguardia introdotte lo scorso febbraio non siano efficaci nella loro formulazione attuale. I flussi di importazione, infatti, hanno continuato a crescere, mentre la domanda è diminuita.

Riguardo alla decarbonizzazione, il presidente di EUROFER Geert Van Poelvoorde ha dichiarato che diverse aziende siderurgiche hanno già testato diversi metodi per raggiungere tale obiettivo, tuttavia i fondi destinati a progetti di questo tipo devono provenire da molte fonti diverse. «Per arrivare alla decarbonizzazione - ha continuato - il settore siderurgico europeo non può muoversi da solo, ha bisogno di massicci investimenti e di cooperare con altri stakeholder».

Secondo l’associazione dei siderurgici europei, esiste un «chiaro legame tra i costi per la conformità delle emissioni, come il sistema ETS dell'UE, i costi dell'innovazione e l'intensità della pressione delle importazioni».
«Supponendo – ha spiegato Van Poelvoorde – che un impianto emetta 1,8 tonnellate di CO2 per tonnellata di acciaio prodotto e che il prezzo di CO2 sia di 25 €, il costo marginale aggiuntivo di ogni tonnellata di acciaio per la quale le aziende devono acquistare quote di CO2 è di 45 €. Si tratta di una limitazione che i produttori extra-UE non affrontano». Secondo il presidente di EUROFER, queste differenze di prezzo, seppur relativamente piccole, possono avere un forte impatto sulla competitività dei produttori europei.


Articolo precedente

Sciamarelli (EUROFER): ripresa della domanda soltanto nel 2021, necessario difendersi dall'import

14 mag | Notizie

Sciamarelli (EUROFER): ripresa della domanda soltanto nel 2021, necessario difendersi dall'import

14 mag | Notizie