La Commissione europea ha ignorato le preoccupazioni dell'industria siderurgica europea legate all'incremento dei contingenti della salvaguardia europea (+5%), scattato in modo automatico con l'inizio di luglio. È questa l'accusa avanzata dalla European Steel Association (EUROFER), associazione dei produttori siderurgici europei. «L'aumento - si legge in una nota diffusa da EUROFER - è il secondo quest'anno e si è verificato nonostante per il 2019 sia atteso un calo della domanda di acciaio nell'UE».
A cinque mesi dall'entrata in vigore delle misure di salvaguardia definitive sulle importazioni di acciaio, la Commissione europea sta riesaminando il provvedimento, ma dallo scorso 1° luglio è aumentato in modo automatico il livello del contingente in franchigia doganale.
«Noi, come settore, abbiamo invitato i responsabili politici a non aumentare la quota, poiché l'aumento graduale non è in linea con le dimensioni e la direzione del mercato - ha affermato Axel Eggert, direttore generale dell'associazione -. Tenendo presente che nel 2018 le importazioni sono cresciute di una percentuale record del 12% raggiungendo una quota di mercato al massimo storico, è incredibile che la Commissione non agisca almeno per rinviare questa variazione pre-programmata a un momento successivo al termine della revisione (delle misure, ndr)».
Secondo Eggert, la salvaguardia, così come formulata, sta perseguendo a malapena il suo obiettivo e «l'aumento della quota, che risulta essere consumata a ritmo sostenuto, rappresenta la ciliegina sulla torta».
Per questo il direttore generale di EUROFER auspica che la Commissione revochi l'aumento automatico dei contingenti tariffari «prima che danneggino ulteriormente la salvaguardia e il settore che vi fa affidamento».
Stefano Gennari