La Commissione Europea ha proposto un emendamento alla Legge europea sul clima che prevede una riduzione del 90% delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990. Sebbene l’annuncio rappresenti un segnale forte di impegno in materia climatica, ha suscitato forti preoccupazioni nel settore siderurgico europeo, che svolge un ruolo chiave nei processi di decarbonizzazione.
Commentando la proposta, l’associazione siderurgica europea EUROFER ha dichiarato che l’industria dell’acciaio in Europa sta già facendo la propria parte, ma si trova ad affrontare crescenti difficoltà a causa della mancanza di meccanismi di sostegno adeguati e di incentivi economici poco chiari. Secondo EUROFER, l’Unione Europea dovrebbe attuare con maggiore determinazione lo Steel and Metals Action Plan, garantendo:
- una protezione commerciale efficace contro l’eccesso di capacità globale;
- accesso a energia a basse emissioni di carbonio e rottame a costi competitivi a livello internazionale;
- un CBAM solido e privo di falle normative.
L’associazione ha inoltre sottolineato che l’industria siderurgica dell’Unione Europea ha in programma oltre 60 progetti industriali su larga scala che potrebbero ridurre in modo significativo le emissioni già entro il 2030, a condizione di ricevere un sostegno tempestivo ed efficace. Tuttavia, molti di questi progetti risultano già in ritardo, e alcuni sono stati bloccati per mancanza di supporto.
«In questo contesto, un obiettivo generale del 90% per l’intera Europa entro il 2040 rischia di trasformarsi in un’illusione», ha dichiarato Axel Eggert, direttore generale di EUROFER, evidenziando l’irrealismo del ritmo di decarbonizzazione attualmente atteso da settori ad alta intensità energetica.