La domanda di acciaio nell'Ue, dopo aver toccato il livello più basso tra metà marzo e fine maggio, tornerà a crescere in modo deciso soltanto nel 2021. Lo ha affermato Alessandro Sciamarelli, direttore della ricerca economica e delle analisi di mercato di EUROFER, nel corso di un "press seminar" organizzato questa settimana dall'associazione.
Sciamarelli ha ricordato che nel periodo dei lockdown, la produzione di acciaio è calata di oltre il 17% annuo nell'Ue. Il consumo apparente dovrebbe far segnare un calo del 14,6% quest'anno e crescere del 13,1% nel 2021. Il consumo reale dovrebbe invece subire una contrazione dell'11,5% quest'anno e aumentare del 9,3% l'anno prossimo. Nel secondo trimestre di quest'anno, il consumo apparente di acciaio è diminuito del 25,5%, mentre le importazioni sono calate del 16,7%.
I volumi di importazione sono diminuiti nei primi nove mesi di quest'anno riflettendo la crisi della domanda. Sciamarelli ha sottolineato che le importazioni di acciai finiti nell'Ue hanno fatto registrare una flessione del 19% in gennaio-agosto. Nel secondo trimestre, in particolare, le importazioni di prodotti piani hanno rappresentato una quota del 22,3% del mercato dei prodotti piani dell'Ue, mentre le importazioni di acciai lunghi hanno rappresentato l'8,7% del mercato interno dei prodotti lunghi.
Sciamarelli ha ricordato il forte impatto subito dai settori utilizzatori a causa dei lockdown. L'analista ha affermato che il settore automotive dovrebbe rimanere depresso fino alla fine dell'anno in corso, registrando una flessione del 20,6% in totale. Tuttavia, lo stesso settore dovrebbe indicare una ripresa del 18,1% nel 2021.
Riguardo al mondo delle costruzioni, Sciamarelli ha sottolineato che, nelle attuali condizioni economiche, numerosi governi dell'Ue hanno annunciato misure di stimolo come il completamento di opere pubbliche e progetti infrastrutturali. La produzione del settore edilizio dell'Ue dovrebbe calare del 3,6% quest'anno e registrare una ripresa del 5% nel 2021.
Secondo l'analista di EUROFER, la salvaguardia Ue sull'acciaio, rivista dalla Commissione europea a giugno di quest'anno, non è stata modificata in modo tale da poter affrontare i cambiamenti dettati dall'emergenza COVID-19. Pertanto, l'industria siderurgica del Vecchio Continente resta «in una situazione precaria».