EUROFER contro l'applicazione un prezzo minimo all'importazione per gli acciai laminati a caldo

venerdì, 21 luglio 2017 15:25:46 (GMT+3)   |   Istanbul
       

EUROFER ha commentato la recente proposta della Commissione Europea riguardante l'applicazione di un prezzo minimo all'importazione (MIP) per gli acciai laminati a caldo. Secondo l'associazione dei produttori siderurgici europei, tale provvedimento permetterebbe la continuazione delle pratiche di dumping e stimolerebbe l'overcapacity all'interno dei paesi esportatori. La Commissione Europea attualmente sta conducendo un'indagine antidumping su Brasile, Iran, Russia e Ucraina, dopo aver escluso la Serbia dalla stessa indagine.

"Un singolo MIP - ha dichiarato Axel Eggert, direttore generale di EUROFER - sarebbe del tutto inadatto per prodotti altamente diversificati quali gli acciai laminati a caldo. Parliamo di oltre mille qualità e tipologie di prodotto anche molto differenti tra loro, cui corrispondono diversi costi e diversi prezzi. Inoltre, le materie prime utilizzate per la produzione di laminati a caldo oscillano in modo significativo in termini di costo, determinando una forte volatilità di prezzo in questo comparto. Un MIP indifferenziato, a 'taglia unica', non fermerebbe il dumping". 

Secondo quanto dichiarato da EUROFER, inoltre, il MIP proposto - 472 €/t - è significativamente al di sotto del livello di prezzo medio. L'associazione europea sottolinea anche che di recente le quotazioni sono cresciute molto più a causa di un incremento dei prezzi della materia prima che per la ricerca di maggiori marginalità. In più, l'applicazione di un MIP distorcerebbe la competizione sul mercato, poiché fisserebbe un riferimento di prezzo. EUROFER ritiene che, anziché un MIP, sarebbe più corretto applicare dazi antidumping.

"La Commissione - ha aggiunto Eggert - ha iniziato con successo ad ostacolare il dumping cinese servendosi di dazi ad valorem su prodotti simili, e tuttavia ha deciso di lasciare una porta aperta per l'ingresso di altri 'dumper' di acciaio. Il produttore serbo - acquisito di recente da un gruppo siderurgico di proprietà e sotto il controllo dello stato cinese - è stato addirittura escluso dall'indagine, una scelta incomprensibile che di fatto invita un cavallo di Troia nel mercato dell'UE".


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