Nel terzo trimestre 2020 il consumo apparente di acciaio nell'UE ha registrato una contrazione per il settimo trimestre consecutivo, ammontando a 32,8 milioni di tonnellate, ovvero l'11,6% in meno su base annua. Nel secondo trimestre la flessione tuttavia era stata più marcata, pari cioè al 25%. A sottolinearlo è la European Steel Association (EUROFER) nel suo ultimo "Economic and Market Outlook". Secondo l'associazione dei produttori siderurgici europei, nonostante il miglioramento registrato su base trimestrale, l'impatto dell'emergenza coronavirus sulla domanda di acciaio è ancora ben visibile.
Axel Eggert, direttore generale di EUROFER, ha dichiarato che «il 2020 sarà probabilmente uno degli anni peggiori mai registrati, anche se vedremo dati positivi relativamente al quarto trimestre».
Nel report dell’associazione si legge che le misure di lockdown, iniziate a marzo 2020, hanno fortemente influenzato sia l'attività manifatturiera sia i settori utilizzatori dell'acciaio. A partire da giugno 2020, alcune di queste misure sono state allentate, altre sono invece rimaste in vigore o sono state addirittura rafforzate negli ultimi mesi.
Eggert ha aggiunto che «l’UE dovrebbe sfruttare questa crisi come opportunità per utilizzare il Recovery Fund al fine di sostenere l'industria nel soddisfare i suoi obiettivi di decarbonizzazione, a partire da settori come l'acciaio, che ha già dimostrato di poter contribuire al raggiungimento di questo target».
La produzione nei settori utilizzatori dell'UE ha mostrato una ripresa nel terzo trimestre rispetto al precedente. Ciononostante, la produzione ha subito una contrazione del 6,4% su base annua. Le spedizioni all'interno dell’UE sono diminuite dell’8%, registrando per l'ottavo trimestre di fila una diminuzione in termini tendenziali.
Per il quarto trimestre consecutivo sono state registrate diminuzioni su base annua nelle importazioni di acciaio. Nello specifico, nel terzo trimestre l'import è calato del 25,4% dopo essere sceso del 16,8% nel trimestre precedente.