Secondo quanto riportato dal quotidiano turco Dunya, la Turchia ha riottenuto un vantaggio sotto il profilo delle esportazioni di acciaio dopo l'imposizione da parte degli USA della tariffa del 25% sulle importazioni da UE, Canada e Messico.
Il presidente dell'associazione degli esportatori siderurgici turchi, Adnan Aslan, ha dichiarato che, poiché gli Stati Uniti hanno concesso ad alcuni paesi quote in sostituzione della tariffa, queste quote si esauriranno e costringeranno i compratori statunitensi a rivolgersi ai produttori turchi. Aslan ha dichiarato che sia la sua azienda (İÇDAŞ) sia altri produttori siderurgici turchi hanno iniziato a ricevere ordini dagli USA per il mese di luglio. Secondo Aslan, le esportazioni turche verso gli USA entro la fine di quest'anno cresceranno del 25% rispetto allo scorso anno in termini di valore e saranno vicine ai livelli del 2017 in termini di volumi. È infatti convinto che le perdite registrate nei primi mesi saranno recuperate nel corso del terzo e del quarto trimestre.
Nel frattempo, il presidente della federazione siderurgica turca Namık Ekinci ha dichiarato che la Turchia trarrà vantaggio dal dazio del 25% nei confronti del Messico dal momento che il paese è il maggior competitor della Turchia negli USA. "I prezzi del tondo negli Stati Uniti sono vicini ai 900 $/t - ha spiegato - mentre il prezzo del tondo turco, attestandosi a 550 $/t, risulta competitivo anche dopo aver aggiunto i dazi e i costi di trasporto. Resteremmo competitivi negli USA anche qualora i nostri prezzi fossero di soli 30 $/t più bassi rispetto ai prezzi locali. I compratori statunitensi devono quindi rivolgersi a noi. Stiamo già ricevendo ordini da loro".
I membri del consiglio dell'associazione degli esportatori siderurgici turchi si incontrerà con rappresentanti dell'UE a Bruxelles domani 7 giugno, per discutere dell'indagine di salvaguardia che la Commissione Europea ha lanciato a fine marzo. Nel corso del vertice sarà toccato anche il tema delle tariffe della Section 232. "Ci aspettiamo che l'UE sia più ragionevole quando le chiederemo di cooperare contro gli Stati Uniti. L'UE esporta verso di noi molto di più di quanto non esporti verso gli USA. Potrebbero quindi accettare la nostra offerta", ha detto Ekinci.