Negli ultimi vent’anni – dall’apertura ai mercati cinesi e dell’ex Unione Sovietica – la domanda di materie prime ha subito non solo un drastico aumento, ma anche una sempre maggiore volatilità dei prezzi. Con questa analisi di Stefano Ferrari, responsabile dell’ufficio studi di siderweb, si è aperto il convegno dal titolo “La centralità del rottame nel futuro della siderurgia” svoltosi nell’ambito della fiera internazionale sul riciclo e la green economy Ecomondo, in corso a Rimini dal 5 all’8 novembre 2024.
Questo scenario, ad oggi, sta però cambiando: con l’emergere di nuovi fenomeni come le tensioni geopolitiche, la progressiva chiusura del commercio internazionale contro l’apertura degli ultimi vent’anni e gli avanzamenti tecnologici, cambiano anche le necessità dei consumatori e le tendenze di domanda e offerta, non solo in termini di materiali ma anche in termini di capitale umano.
Queste tendenze influenzano anche il mercato siderurgico e del rottame, la cui domanda è prevista in crescita nei prossimi 15 anni. I motivi di questa previsione, secondo quanto emerso durante il convegno, sarebbero da un lato l’aumento della produzione di acciaio, e dall’altro il graduale passaggio alla tecnologia del forno elettrico ad arco (EAF) in Cina e in Europa. Alla luce di questo, salirà anche la percentuale di raccolta del rottame, in particolare del rottame vecchio.
Secondo alcune previsioni di Boston Consulting Group, dal 2021 al 2030 ci sarà un aumento annuo della domanda del 3,3%, quindi l’Unione Europea potrebbe passare da un surplus di 15 milioni di tonnellate a circa 10 milioni, e la tendenza sarà riciclare sempre di più i rottami vecchi (anche se di qualità inferiore) rispetto agli scarti di lavorazione delle acciaierie.
Un altro fattore sarà inoltre l’influsso di aree più carenti di rottame, come la Turchia, che è un grande importatore di questo materiale, in particolare dagli Stati Uniti. Se negli Stati Uniti diminuisse la possibilità di esportare, inevitabilmente la Turchia si rivolgerebbe all’altro mercato più vicino, ossia l’Europa.
Con le tensioni crescenti, è inevitabile che gli operatori del settore, in particolare le acciaierie e i commercianti di rottame, debbano attuare diversi cambiamenti a livello di reperimento della materia prima, ad esempio per le acciaierie potrebbe essere utile verticalizzare il processo di recupero e differenziazione del rottame, mentre per i commercianti migliorare la selezione e la purificazione del materiale raccolto.
Sul tema della qualità del rottame, Cinzia Vezzosi, presidente di Assofermet, ha confermato la tendenza all’aumento della disponibilità di rottame vecchio, il quale ha però bisogno di maggiori processi a monte per poter essere utilizzato in produzione, processi che inevitabilmente comportano maggiori costi. Tuttavia, questo materiale gioca un ruolo fondamentale nel processo di decarbonizzazione: infatti, anche queste “basse qualità” possono essere utilizzate per ottenere materiali ottimi, come già succede in Turchia e negli Stati Uniti.
Nelle nuove tecnologie di purificazione, ha affermato Vezzosi, verrà in aiuto l’intelligenza artificiale, tema centrale del Convegno Autunnale di Assofermet svoltosi a Milano il 26 settembre. «L’intelligenza artificiale non può più essere dimenticata. È uno strumento, e come tale – se gestito nel modo giusto – può trasformarsi in una grande opportunità per le aziende, le quali però, a livello europeo, sono ancora molto indietro in questo senso rispetto alla Cina, all’America e al Medio Oriente».