Lunedì sera il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la decisione di rinviare l'introduzione delle tariffe della Section 232 nei confronti dei paesi temporaneamente esentati, ovvero stati membri dell'Unione Europea, Canada, Messico, Australia, Argentina e Brasile.
La notizia, anticipata dal Wall Street Journal, è stata confermata dalla Casa Bianca a poche ore dalla scadenza del primo maggio, data inizialmente indicata per l'entrata in vigore di dazi del 25% sull'import di acciaio e del 10% su quello di alluminio.
L'Unione Europea, forte di una storica alleanza politica e commerciale con gli Stati Uniti e dietro le pressioni di Angela Merkel, Emmanuel Macron e Theresa May, sperava di ricevere un'esenzione permanente dai dazi. "L'Ue ha indicato la sua disponibilità a discutere le questioni di accesso al mercato di interesse, ma ha anche chiarito che, come partner e amico di lunga data degli USA, non negozierà sotto minaccia", ha avvertito in una nota la Commissione europea. "Qualsiasi futuro programma di lavoro transatlantico - si legge - deve essere equilibrato e reciprocamente vantaggioso".
Canada e Messico sono stati temporaneamente esentati dai dazi per via delle trattative in corso sulla modifica del NAFTA, il trattato commerciale che regola i loro rapporti.
L'obiettivo dell'amministrazione Trump, reso chiaro da un comunicato stampa della Casa Bianca, è quello di costringere i principali paesi esportatori di acciaio e alluminio negli Stati Uniti a fissare una quota massima annuale. I dazi funzionano come una minaccia per forzare i singoli paesi ad avviare un negoziato. Qualcuno lo ha già fatto: la Corea del Sud è stata esentata dai dazi su alluminio e acciaio dopo aver accettato di diminuire del 30% le proprie esportazioni di acciaio verso gli Stati Uniti. L'amministrazione Trump ha detto di avere raggiunto accordi di principio con Australia, Brasile e Argentina che permetteranno anche a questi paesi di essere esentati dai dazi; i dettagli degli accordi non sono ancora noti e saranno negoziati nel dettaglio nelle prossime settimane, ma sembra che prevederanno l'introduzione di quote o l'impegno a diminuire i volumi esportati negli Stati Uniti.