Un intervento urgente da parte dei politici europei per aiutare il settore siderurgico ad affrontare l'aumento delle importazioni. È ciò che EUROFER, associazione dei produttori siderurgici europei, ha auspicato alla vigilia delle elezioni degli eurodeputati. Elezioni i cui risultati, non ancora definitivi per diversi paesi, dovrebbero fornire un'idea del futuro indirizzo della politica industriale e commerciale dell'UE. Il monito dei siderurgici europei si basa ancora una volta sui timori legati ai dazi che gli Stati Uniti hanno istituito lo scorso anno sulle importazioni di acciaio.
Nel proprio comunicato EUROFER ha sottolineato che la sovrapproduzione globale è il principale fattore alla base della crisi attuale e che la sua conseguenza diretta è la grande ondata di esportazioni verso l’UE. Con l'istituzione da parte degli USA delle misure della Section 232, le importazioni nell'UE sono aumentate del 12%, fino a sfiorare i 30 milioni di tonnellate nel 2018.
Materie prime caratterizzate da prezzi elevati e volatili, calo della domanda degli utilizzatori finali, prezzo del carbone in netto e rapido incremento (è cinque volte più alto rispetto agli inizi del 2018) e l'andamento incerto dell'economia dell'UE hanno ulteriormente schiacciato il settore nell'ultimo periodo. «Le importazioni sono un fattore essenziale in un contesto di mercato competitivo, ma in questo momento rappresentano la causa del cambiamento che sta mettendo in difficoltà il settore siderurgico europeo - ha dichiarato Axel Eggert, direttore generale di EUROFER -. Le importazioni sono infatti più che raddoppiate dal 2013. La domanda di acciaio nell'UE è aumentata in modo marginale nello stesso periodo. E per il 2019 ci aspettiamo un calo della domanda pari allo 0,4%».
«Sono state annunciate chiusure di impianti, effettive o potenziali, in diversi stati membri dell'UE nelle ultime settimane - ha ricordato Eggert -. Sono a rischio oltre 10.000 posti di lavoro diretti. Dato l'effetto moltiplicatore dell'industria siderurgica dell'UE, la perdita di occupazione indiretta lungo la catena di approvvigionamento potrebbe superare i 100.000 lavoratori».
«Questa - ha concluso il direttore di EUROFER - è una crisi importante, peggiorata dai problemi cronici del settore siderurgico globale. Sono a rischio le industrie siderurgiche e i mezzi per la salvaguardia dei loro lavoratori. Abbiamo bisogno di un rapido intervento da parte dei politici per scongiurare un rapido peggioramento della situazione».