La crisi dell'industria metallurgica che sta affrontando l'Ucraina, aggravata dall'impatto della pandemia di coronavirus, continua ad influenzare negativamente i risultati di produzione delle acciaierie locali.
I produttori siderurgici ucraini si trovano in difficoltà a causa di vari fattori, tra cui la crescita del protezionismo nelle tradizionali destinazioni export, l'eccesso di offerta registrato sul mercato siderurgico globale, la debolezza dei prezzi, la riduzione della domanda di acciaio, l'incremento delle tariffe (in particolare per il trasporto merci, per i costi dell'elettricità e per gli affitti) e le restrizioni sull'importazione di materie prime.
Secondo quanto riferito da Ukrmetallurgprom, nel primo semestre del 2020 l'Ucraina ha prodotto 10,104 milioni di tonnellate di acciaio grezzo, ovvero il 7,6% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Allo stesso tempo la produzione di ghisa si è ridotta del 2,6%, a 9,977 milioni di tonnellate, mentre le acciaierie del paese hanno prodotto 9,028 milioni di tonnellate di acciai finiti, registrando una flessione del 4,7%. La produzione di agglomerato di minerale ferroso è calata dello 0,4% su base annua a 15,74 milioni di tonnellate.
Alla data del 10 luglio erano in funzione in Ucraina 18 altiforni su un totale di 21. Inoltre, erano operativi 14 convertitori ad ossigeno su 16, 5 forni elettrici su 15 e 15 impianti di colata continua su 17.