La Corte del commercio internazionale statunitense terrà oggi l’udienza sulla causa contro la costituzionalità della legge federale utilizzate per imporre le tariffe della Section 232 sulle importazioni di acciaio e alluminio.
La causa, presentata a luglio dall'American Institute for International Steel (AIIS), sostiene che la Section 232 del Trade Expansion Act del 1962 sia incostituzionale, dal momento che manca di qualsiasi “principio intelligibile” che limiti l'autorità del presidente nell’imporre tariffe su presunti motivi di sicurezza nazionale. Secondo la denuncia, la definizione di ciò che rappresenta motivo di sicurezza nazionale per limitare le importazioni sarebbe stata interpretata troppo liberamente dall'attuale amministrazione presidenziale.
Gli argomenti saranno ascoltati da una giuria di tre giudici, quando invece la maggior parte dei casi in tribunale è presieduta da un solo giudice. In un comunicato ai media, l’AIIS ha dichiarato che l’ampliamento della giuria “rafforza le nostre possibilità di raggiungere la fine delle dannose restrizioni commerciali, ingiustificate e potenzialmente indefinite imposte in base a questo statuto”.
L’American Iron and Steel Institute (AISI) ha emesso un comunicato in risposta all’udienza. Thomas J. Gibson, presidente e amministratore delegato dell’AISI, ha dichiarato che l’associazione continua a “credere fortemente che questo caso sia privo di fondamento e lo sforzo degli importatori stranieri di acciaio di minare l’importanza della Section 232 attraverso questa mozione è destinato a fallire”.
L’AISI, assieme a Steel Manufacturers Association (SMA), aveva presentato a settembre una nota amicus curiae nel caso. Secondo l’AISI e SMA “esiste un precedente vincolante della Corte Suprema (Federal Energy Administration v. Algonquin SNG) che stabilisce che il Congresso ha agito nell'ambito della sua autorità costituzionale quando ha autorizzato il presidente ad agire per regolare le importazioni in base alla determinazione del segretario del commercio. Lo statuto stabilisce un principio intelligibile che il presidente deve seguire nella realizzazione della politica stabilita dal Congresso”.