Corte del commercio internazionale USA: le misure della Section 232 sono costituzionali

martedì, 26 marzo 2019 16:03:59 (GMT+3)   |   San Diego
       

La Corte per il commercio internazionale degli Stati Uniti ha respinto una causa volta alla revoca delle tariffe della Section 232 contro le importazioni di acciaio e alluminio. La causa era stata avviata dall’American Institute for International Steel (AIIS) e mirava a determinare che l'attuale applicazione della Section 232 costituisce una violazione alla separazione costituzionale dei poteri.

Il tribunale, nelle vesti di tre giudici, si è pronunciato contro l’AIIS, basandosi su una precedente causa portata dinnanzi alla Corte Suprema nel 1976 (Fed. Energy Admin. v. Algonquin SNG Inc.). I giudici hanno affermato di non poter mettere in discussione le ragioni del presidente riguardanti l'imposizione delle tariffe, ma solo di determinare se le tariffe violano la costituzione.

“Individuare la linea di confine tra la regolamentazione del commercio a favore della sicurezza nazionale e un’inammissibile violazione del ruolo del Congresso può essere arduo in alcuni casi, in quanto il controllo giudiziario non consentirebbe né un'indagine sulle motivazioni del Presidente né una revisione della sua inchiesta”, hanno affermato i giudici.

Tuttavia, uno dei giudici ha espresso un’opinione “dubitante”, che si verifica quando un giudice è insoddisfatto di alcuni aspetti della decisione presa, ma non sufficientemente per esprimere un aperto dissenso. Il giudice Katzmann ha affermato che i suoi colleghi, basandosi ampiamente sulla decisione della Corte Suprema del 1976, hanno concluso che il regolamento con cui sono state applicate le misure è costituzionale. Katzmann ha però dichiarato: “Pur riconoscendo la vincolante forza di tale decisione, con il beneficio del lungo termine e dell piena comprensione delle azioni recenti, nutro seri dubbi”.

Katzmann ha concludo dicendo: “Ciò che abbiamo appreso è che la Section 232 fornisce una discrezionalità virtualmente sfrenata al Presidente rispetto al potere relativo al commercio che è riservato dalla Costituzione al Congresso. Inoltre, lo statuto non richiede nemmeno l'approvazione del Congresso di alcuna azione presidenziale che rientri nel suo ambito. In poche parole, è difficile sfuggire alla conclusione che lo statuto ha permesso il trasferimento del potere al Presidente violando la separazione dei poteri”.

In un comunicato, l’AIIS ha affermato che prevede di appellarsi contro la decisione, facendo leva sul parere esitante del giudice. “Ci conforta il fatto che la Corte del commercio internazionale (CIT) abbia riconosciuto che la Section 232 sembri invitare il Presidente a regolare il commercio tramite mezzi riservati al Congresso. Sfortunatamente, la Corte ha riscontrato anche che una decisione della Corte Suprema del 1976 ha precluso un esame più preciso della nostra rivendicazione costituzionale da parte del CIT stesso. Ma noi rimaniamo convinti che, come ha scritto uno dei giudici elaborando un parere a parte, lo statuto ha permesso il trasferimento del potere a Trump, violando la separazione dei poteri. Faremo immediatamente appello in modo che la discussione prosegua”.

La American Iron and Steel Institute (AISI), associazione dei produttori siderurgici, da sempre favorevole alle misure commerciali della Section 232, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Abbiamo sempre sostenuto che il Congresso abbia agito nell'ambito della sua autorità costituzionale nell’autorizzare il presidente ad agire per regolare le importazioni, quando il segretario del commercio ha stabilito che tali importazioni minacciano di compromettere la sicurezza nazionale. Siamo lieti che il CIT sia d'accordo”.


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