La diffusione del coronavirus non ha ancora mostrato segni di rallentamento in Cina. Secondo le autorità locali il numero dei decessi è salito a 170, mentre i casi confermati di contagio hanno superato i 7.000. Gli operatori del mercato siderurgico hanno quindi iniziato a valutare l'impatto di tale problema. Ci si aspetta sia una forte contrazione dei consumi sul mercato cinese sia un calo dei prezzi delle materie prime. Di conseguenza, i prezzi dell'acciaio dovrebbero subire pressioni al ribasso a livello internazionale anche nell'ipotesi di un moderato incremento dei prezzi dalla Cina.
Il calo della domanda sarà superiore a quello produttivo
Le autorità delle province cinesi di Guangdong, Fujian, Zhejiang e Jiangsu, nonché di grandi città come Shanghai, Pechino e Chongqing, hanno annunciato che le aziende non potranno tornare al lavoro prima del 10 febbraio. Ciò significa che «le attività di costruzione rimarranno sospese e altre industrie ne risentiranno», ha commentato un commerciante locale. La Toyota ha annunciato ufficialmente che le sue fabbriche a Tianjin, Guangzhou, Chengdu e Changchun rimarranno chiuse fino al 10 febbraio. Altre società, in particolare Honda Motor, stanno posticipando la ripresa dei lavori. Il periodo di sospensione delle attività potrebbe essere prolungato se necessario.
Allo stesso tempo, i principali produttori cinesi da altoforno riprenderanno le normali operazioni dal prossimo 3 febbraio. La maggior parte degli operatori prevede una produzione di acciaio inferiore per tutto il mese di febbraio, poiché «le acciaierie dovranno utilizzare la materia prima in modo efficiente», come affermato da una fonte. Tuttavia, il punto principale è ancora che il calo della domanda di acciaio sarà più marcato rispetto al calo produttivo.
Clausola di forza maggiore sui contratti di esportazione
Oggi 30 gennaio, il Consiglio cinese per la promozione del commercio internazionale ha annunciato che rilascerà certificati di forza maggiore alle società che non saranno in grado di adempiere ai propri obblighi nei contratti internazionali a causa di alcuni ritardi logistici o altri problemi connessi alla situazione attuale in Cina. Le società possono richiedere questi certificati fornendo i documenti atti a dimostrare i ritardi nei trasporti.
Il sostegno del governo contribuirà a sostenere le regolari operazioni di esportazione e a prevenire l'annullamento dei contratti e possibili aumenti speculativi di prezzo.
Possibile solo un moderato aumento dell'offerta dalla Cina
La maggior parte delle fonti ritiene che, nonostante il previsto calo della domanda di acciaio in Cina, sia possibile solo un moderato aumento dei volumi delle esportazioni cinesi. In primo luogo, alcuni importanti trader riprenderanno a lavorare solo a metà febbraio e non prevedono alcun brusco cambiamento. La situazione è comunque molto incerta. «Alcuni - ha riferito un importante trader asiatico - ipotizzano che i prezzi diminuiranno drasticamente a causa del virus in Cina, ma al momento non si possono fare previsioni poiché non sappiamo per quanto tempo la domanda cinese sarà influenzata». La diffusione del coronavirus raggiungerà il proprio picco la prossima settimana secondo alcuni esperti.
Il maggior impatto sui prezzi, derivante dagli sviluppi in Cina, dovrebbe essere sul mercato asiatico dei prodotti piani, dove il clima era prevalentemente positivo prima dell'inizio delle festività di capodanno. «I prezzi sono invariati perché tutti stanno aspettando arrivi lunedì» ha detto un operatore in Vietnam. Dall'inizio della prossima settimana il mercato locale degli HRC riprenderà a funzionare e verrà fatta parziale chiarezza sull'andamento dei prezzi.
Ribassi sui prezzi dei future
I prezzi dei future sul minerale di ferro per i contratti di febbraio sono scesi di 2,7 $/t sulla Borsa di Shanghai, posizionandosi a quota 82,2 $/t. Le quotazioni del minerale con un contenuto di ferro pari al 62% hanno perso 2,5 $/t raggiungendo gli 84 $/t CFR. I porti della provincia dello Hubei rimarranno chiusi ed è difficile che tornino operativi prima del 10 febbraio. Le azioni dei principali produttori minerari australiani hanno perso valore ma non si sono avute notizie in merito a ritardi da parte dei fornitori.
Oggi 30 gennaio l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha espresso «grave preoccupazione» riguardo alla diffusione globale del coronavirus. «Sebbene i numeri dei casi di contagio al di fuori della Cina siano ancora relativamente piccoli, ravvisiamo il potenziale per un focolaio molto più grande» ha dichiarato il capo dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus.