Anil Kumar Chowdhary, presidente dell'indiana Steel Authority of India Limited (SAIL), ha dichiarato oggi che la società sta esaminando fonti alternative all'Australia per quanto riguarda le importazioni di coking coal.
Chowdhary ha sottolineato che l'India importa in totale 56 milioni di tonnellate annue di coking coal, di cui 45 milioni di tonnellate provengono dall’Australia. I restanti 11 milioni provengono da Canada, Stati Uniti e Sudafrica.
Nell'anno fiscale 2019/2020 SAIL ha ricevuto 1,53 milioni di tonnellate di coking coal dalle miniere locali. L’import della materia prima ha raggiunto 13,70 milioni di tonnellate, provenienti per la maggior parte dall'Australia.
Chowdhary ha affermato che la società fa parte di una joint venture, la International Coal Ventures Limited (ICVL), che ha come scopo l’acquisizione di asset nel settore del carbone da coke all'estero. Oltre a SAIL, gli altri partner commerciali nella joint venture sono Coal India Limited, Rashtriya Ispat Nigam Limited (RINL), NMDC Limited e il produttore di energia termica NYTPC Limited. ICVL ha acquisito miniere in Mozambico con riserve stimate di 500 milioni di tonnellate.
Nonostante i dati mostrino che l'India è fortemente dipendente dall’import di coking coal, nessuna società siderurgica del paese ha presentato offerte per l’acquisizione di quattro blocchi della materia prima messi all’asta di recente dal governo. Secondo quanto dichiarato dal governo indiano, le aziende siderurgiche nazionali sono restie all’acquisizione dei blocchi sia per gli elevati costi di capitale stimati sia per i dubbi circa l'idoneità dell'utilizzo della materia prima nei loro altiforni.