Coils a caldo: domanda debole in Europa, ma alcuni produttori vogliono alzare i prezzi

venerdì, 12 giugno 2020 12:41:32 (GMT+3)   |   Brescia
       

La domanda di coils laminati a caldo (HRC) resta debole a livello europeo. I distributori possiedono scorte a sufficienza e i consumi sono molto ridotti, soprattutto perché il settore automotive sta affrontando una crisi che la maggior parte delle fonti definisce «senza precedenti». Ciononostante, numerosi operatori sono convinti che i prezzi degli HRC non possano scendere ulteriormente, poiché i margini dei produttori sono pressoché inesistenti tenuto conto del fatto che i costi delle materie prime sono rimasti relativamente elevati. Per questi motivi, sembra che i produttori siderurgici del Nord Europa abbiano intenzione di alzare le proprie offerte nei prossimi giorni. Attualmente nei paesi dell'Europa settentrionale i prezzi base degli HRC si attestano attorno ai 400 €/t franco produttore, mentre sul mercato italiano ammontano a 380-390 €/t f.p., contro i 385-400 €/t rilevati fino a una settimana fa. 

Nel frattempo, diverse fonti riferiscono che, tenuto conto della situazione in cui versa attualmente la domanda, un produttore italiano potrebbe fermare un forno entro la fine di giugno per interventi di rifacimento. Inoltre, anche produttori europei, in particolare tedeschi, parrebbero intenzionati a effettuare importanti fermate nel corso di luglio. Queste decisioni avrebbero l'effetto di prevenire un ulteriore indebolimento dei prezzi dei prodotti finiti.
Nel frattempo, il mercato import appare estremamente silenzioso dal momento che le offerte da paesi terzi sono poco competitive e mancano le risorse necessarie per impegnarsi in operazioni di questo tipo. Inoltre, si attende la decisione finale della Commissione europea in merito alla seconda revisione delle misure di salvaguardia sull'acciaio. Si ricorda inoltre che un certo grado di incertezza sul versante dell'import è dato dall'indagine antidumping in corso da alcune settimane sugli HRC di origine turca. È infine notizia di oggi che per gli stessi prodotti la Commissione ha avviato un'indagine antisovvenzioni. Attualmente le offerte dalla Turchia si attestano a 430-450 $/t FOB. 


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