In data 15 dicembre il Ministero delle Finanze cinese ha annunciato che il 1° gennaio 2018 la Cina cancellerà o ridurrà le tariffe sulle esportazioni di prodotti siderurgici. Il Ministero ha attribuito tale decisione ai "cambiamenti sotto il profilo dello sviluppo industriale e delle condizioni di esportazione".
Non si dispone ancora di una lista di tutti i prodotti interessati dal provvedimento, ma per il momento pare certo che, secondo le nuove tariffe, dal 1° gennaio l'aliquota del dazio sulle esportazioni di bramme e billette verrà abbassata dal 15% al 10%, mentre il dazio sulle esportazioni di coils laminati a caldo in acciaio inox passerà dal 10% al 5%.
Secondo gli ultimi dati forniti dalla CISA (l'associazione siderurgica cinese), alla fine di ottobre l'indice composito dei prezzi dell'acciaio (CSPI) sul mercato interno cinese si è attestato a 115,96 punti, facendo registrare un incremento di 2,14 punti (o l'1,88%) su base mensile e di 35,61 punti (o il 44,32%) su base annua. Mentre i prezzi sono cresciuti sul mercato interno, nei primi undici mesi di quest'anno il volume delle esportazioni cinesi di acciai finiti sono crollati del 30,7% su base annua, fermandosi a 69,83 milioni di tonnellate.
L'incremento dei prezzi dell'acciaio in Cina, unitamente al calo delle esportazioni siderurgiche cinesi, è indice della perdita di competitività dei prodotti cinesi sui mercati internazionali. Secondo le autorità cinesi, la rimozione o l'abbassamento delle tasse sull'export renderebbe più facile alle acciaierie cinesi la vendita dei loro prodotti all'estero. Nel 2017 la tassa cinese sull'export di numerosi prodotti siderurgici è stata pari al 15%, mentre quella sull'export di acciai ad elevato valore aggiunto (inclusi acciaio inox, acciai speciali e leghe di acciaio) è ammontata al 10%.