La Canadian Steel Producers Association (CSPA) sta chiedendo l’introduzione di misure ulteriori sulle importazioni dalla Cina allo scopo di proteggere i produttori locali e l’industria nazionale, seguendo l’esempio dei forti aumenti sui dazi alle importazioni introdotti dagli Stati Uniti.
Malgrado le misure antidumping già esistenti, la Cina continua ad accrescere le proprie esportazioni di acciaio verso il Canada e rimane la terza fonte del paese con 660.000 tonnellate solo lo scorso anno, ha lamentato l’associazione. Questa situazione minaccia l’occupazione e gli investimenti in Canada, generando rischi per il futuro.
«Mentre i nostri partner commerciali rafforzano il proprio sistema di difesa commerciale con ulteriori misure, nuove tariffe e leggi più stringenti, è necessario che il Canada rimanga al passo e adoperi strumenti di difesa contro l’aumento delle importazioni di acciaio sleali dalla Cina o da altre origini. In Canada si continua ad assistere a livelli di importazioni di acciaio senza precedenti nel nostro mercato, con ingressi offshore raddoppiati negli ultimi 10 anni. Attualmente il paese ha in vigore 52 misure di difesa commerciale relative ai prodotti in acciaio sui paesi dell’Indo-Pacifico, di cui 18 e più sono specifiche per la Cina», ha commentato Catherine Cobden, presidente e amministratrice delegata di CSPA.
Cobden ha inoltre aggiunto che il governo canadese dovrebbe prendere spunto dalle misure introdotte dagli Stati Uniti modificando i propri strumenti commerciali, ad esempio introducendo valutazioni retroattive sulle importazioni sleali e aumentando le protezioni antielusione.
Come riportato in precedenza da SteelOrbis, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva annunciato la scorsa settimana che i dazi in vigore dello 0-7,5% sulle importazioni di prodotti siderurgici dalla Cina nell’ambito della Sezione 301 sarebbero passati al 25%, con l’obiettivo di indurre il paese a cessare le pratiche di commercio sleale.