BIR, l’industria del riciclo si avvia verso un nuovo ordine mondiale

martedì, 27 maggio 2025 16:50:38 (GMT+3)   |   Brescia

All’apertura del Consiglio internazionale del commercio durante la Convention della federazione internazionale che rappresenta l'industria mondiale del riciclaggio, BIR (Bureau of International Recycling), in corso a Valencia, in Spagna, dal 26 al 28 maggio 2025, il professor Philippe Chalmin, docente di storia economica ed esperto di mercati delle materie prime, ha offerto una panoramica coinvolgente sui cambiamenti geopolitici in atto nel mondo. In un contesto segnato dalla pandemia, dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente e dall’amministrazione Trump, Chalmin ha affermato che stiamo vivendo i «ruggenti anni Venti del XXI secolo» e che stiamo assistendo alla fine dell’era della globalizzazione gentile.

Secondo Chalmin, ci stiamo dirigendo verso una crisi del multilateralismo e un mondo frammentato, una direzione che porterà inevitabilmente incertezza sul futuro. Ha sottolineato che la questione dei dazi statunitensi sta attualmente avendo un impatto significativo su tutti i mercati, e che le azioni dell’amministrazione Trump condurranno prima o poi a reazioni da parte di altri Paesi. Gli Stati Uniti hanno già siglato un accordo preliminare con la Cina, che ha i mezzi per resistere alle pressioni, e ora dovranno trovare un compromesso con l’Unione Europea. «L'unico vero vantaggio competitivo dell’UE è la sua capacità di parlare con una sola voce, nonostante gli interessi divergenti dei singoli Stati membri» ha aggiunto.

Tutta questa situazione, ha aggiunto Chalmin, ha già avuto conseguenze negative sull’economia statunitense, con una crescita negativa nel primo trimestre dell’anno, un indebolimento del dollaro e un possibile scenario di stagflazione nei mesi a venire. Tuttavia, ha previsto una stabilizzazione della situazione nel corso del prossimo anno, con una variazione compresa tra il 10 e il 15 percento.

In seguito è intervenuta Robin K. Wiener, presidente dell'associazione materiali riciclati ReMa (Recycled Materials Association), organizzazione statunitense del settore, la quale ha espresso un’opinione in parte concorde con quanto affermato da Chalmin. Ha riconosciuto che l’industria del riciclo sta attraversando un periodo di grande incertezza e che l’imposizione di dazi non rappresenta probabilmente la soluzione ideale alla crisi in corso. Tuttavia, ha sottolineato che i decisori politici stanno cercando di distinguere tra i diversi regimi commerciali, ciascuno dei quali segue logiche differenti. «All’interno dell’amministrazione americana vi è una convinzione radicata secondo cui il sistema commerciale è rotto, e che per ripararlo è necessario prima demolirlo» ha dichiarato.

Wiener ha inoltre spiegato che, pur sostenendo il libero accesso ai mercati globali – considerando che nel 2024 gli Stati Uniti hanno esportato materiali riciclati per un valore di 27 miliardi di dollari e ne hanno importati per 7 miliardi – l’amministrazione americana sta attuando tre principali linee d’azione. La prima riguarda il controllo dei dazi sulle importazioni, per evitare che eventuali ritorsioni da parte di altri Paesi compromettano le esportazioni statunitensi. La seconda consiste nel controllo delle esportazioni, una novità assoluta dopo vent’anni, che risponde anche alle richieste dell’industria del riciclo. La terza linea d’azione è focalizzata sulla lotta all’aumento dei costi di spedizione dei materiali riciclati containerizzati.

Successivamente, Murat Bayram, direttore generale della European Metal Recycling Ltd. (EMR), ha evidenziato la «tossica incertezza del mercato» e ha invitato i Paesi dell’UE e i Paesi terzi a collaborare per affrontare la carenza di materiali riciclati, problema causato esclusivamente dalla crisi della produzione. A suo avviso, vietare l’esportazione di materie prime riciclate non è la soluzione, così come non lo è lo scaricabarile tra Paesi. «Costruiamo un ponte, ricostruiamolo» ha affermato. «Ma un ponte non può essere costruito da un solo lato. Deve poggiare su entrambe le sponde. Come industria del riciclo possiamo essere i primi a iniziare la costruzione, a condizione che si accetti che il primo pilastro su cui si fonda questo ponte sia il libero scambio».

Infine, Dhawal Shah, partner di Metco Ventures LLP, ha parlato del ruolo crescente dell’India come mercato strategico emergente nel settore del riciclo. Ha sottolineato come il Paese stia adottando una strategia di lungo termine, rafforzando le proprie partnership con Stati Uniti ed Europa, principali fonti delle sue importazioni di materie prime.


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