Il mercato italiano dell'auto non è ancora uscito dalla crisi generata dalla pandemia di COVID-19, come dimostrato dai dati di giugno diffusi dal Ministero dei Trasporti. Le immatricolazioni sono state 149.438, in crescita del 12,6% rispetto a giugno dello scorso anno, quando ancora si facevano sentire gli effetti del lockdown di marzo e aprile. Rispetto all'era pre-Covid, i numeri restano in flessione: nonostante un giorno lavorativo in più, il calo in confronto a giugno 2019 è del 13,3%.
Nei primi sei mesi dell'anno sono state immatricolate complessivamente 884.750 auto, il 51,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre nel primo semestre del 2019 le immatricolazioni erano state 1.083.184. La perdita di circa 200mila autovetture si aggiunge a quella di oltre 500mila unità del 2020.
«Il risultato di questo mese, aggravato anche dalla crescente mancanza di prodotto per effetto della crisi dei semiconduttori, non riesce a compensare la perdita di quasi 200.000 vetture sul periodo gennaio-giugno 2019» ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto. «Il mercato resta asfittico e i nuovi ordini in calo».
Secondo Federauto, «per favorire il rinnovo del parco auto e tamponare gli effetti negativi sul mercato dell'epidemia COVID-19, occorre il rifinanziamento urgente degli incentivi per gli acquisti della fascia 61-135 g/km di CO2 e la contestuale rottamazione di auto con oltre 10 anni di anzianità».