Secondo il rapporto trimestrale dell’Australian government’s Department of Industry, Innovation and Science, si stima che i ricavi provenienti dalle esportazioni di carbone metallurgico del paese diminuiranno dai 61 miliardi di dollari australiani previsti nel 2023-24 a 42 miliardi nel 2025-26, con volumi più elevati che compensano parzialmente il calo dei prezzi.
Si prevede che i volumi della produzione australiana di carbone metallurgico aumenteranno nel periodo di previsione, ma la crescita dei ricavi potrebbe essere attenuata dalla moderata domanda globale e dalla riduzione della domanda della Cina. Inoltre, eventi meteorologici come la Niña presentano rischi negativi anche per i volumi. La stima è che i prezzi diminuiscano nel complesso, ma non a livelli tali da minacciare la redditività delle miniere australiane. L’impennata della spesa esplorativa nel 2023, dovuta ai prezzi elevati, potrebbe sostenere le esportazioni australiane, anche se probabilmente lo farà alla fine del periodo di previsione.
Il prezzo del premium hard coking coal australiano potrebbe scendere da una stima di 264 dollari statunitensi per tonnellata nel 2024 a 208 dollari statunitensi entro il 2026, ma questa previsione rimane soggetta a forti rischi di rialzo.
Inoltre, si prevede che le esportazioni di carbone metallurgico dall'Australia saliranno da circa 155 milioni di tonnellate nel 2023-24 a 172 milioni nel 2024-25. Una potenziale ricorrenza del fenomeno della Niña presenta inoltre rischi per gli approvvigionamenti.