Assofermet: no a blocchi dell'export di rottami ferrosi dall'Ue

lunedì, 28 giugno 2021 17:08:15 (GMT+3)   |   Brescia
       

Assofermet, in un comunicato stampa diramato oggi, si è detta contraria a qualsiasi forma di blocco delle esportazioni dall'Ue di rifiuti destinati al recupero/riciclo. L'argomento di recente è stato oggetto di iniziative di natura istituzionale e politica. Secondo l'associazione, infatti, in caso di blocco dell'export si registrerebbe un crollo del valore economico dei rottami che «rischierebbe di compromettere irrimediabilmente gli equilibri della filiera del recupero. Un'iniziativa finalizzata a migliorare le prestazioni ambientali dell'economia UE, finirebbe, quindi, per ottenere l'effetto diametralmente opposto, cioè la potenziale distruzione di uno dei pilastri storici della nostra economia circolare». 

Assofermet si è detta favorevole a tutte le iniziative volte ad incentivare l'utilizzo dei rottami nella filiera siderurgica dell'Unione, a patto però che queste «sostengano pienamente la catena del valore, presupposto essenziale per il funzionamento della filiera stessa». Ha quindi auspicato che lo sforzo della Commissione sia «volto ad implementare strutturalmente l'utilizzo del rottame all'interno della siderurgia dell'Ue. Solo mantenendo la catena del valore a tutti i livelli raggiungeremo gli ambiziosi e fondamentali obiettivi di sostenibilità ambientale che l'Europa si è prefissa e che noi tutti condividiamo».

Assofermet Rottami ha ricordato che a livello Ue solo il 42% di produzione di acciaio deriva da forno elettrico (EAF) e che per questo vi è un forte esubero di rottame di acciaio sul mercato dell'Unione. Tuttavia, in Italia si rileva una situazione opposta con i forni elettrici che lo scorso anno hanno prodotto l'84,7% dell'acciaio, contro il 15,4% di produzione da altoforno (BOF). La domanda di rottame, che supera i 20 milioni di tonnellate, è «organicamente superiore rispetto alla raccolta e riciclo interno di rottame di acciaio, cioè al gettito nazionale». Essa «è stata sempre soddisfatta dagli acquisti effettuati sul territorio Ue, dove sono disponibili e liberi da qualsiasi vincolo interno ingenti quantitativi di rottame». Nel 2020 l'Italia ha acquistato dai paesi Ue 3,9 milioni di tonnellate di rottame. Alla luce di questi numeri, ha spiegato Assofermet, va «letto e correttamente proporzionato il dato più volte pubblicato relativo all'export di rottami dall'Italia verso paesi extra-Ue, che nel 2020 si è limitato a soli 0,45 milioni di tonnellate (corrispondenti a poco più del 2% del consumo complessivo), un export peraltro quasi perfettamente bilanciato da un import di 0,3 milioni di tonnellate di rottame che l'industria siderurgica ha acquistato da paesi extra-Ue, con lo scopo di calmierare il prezzo sul mercato nazionale». Poiché il caso dell'Italia è unico in Europa, «per mantenere e utilizzare sul territorio Ue tutti i rottami ferrosi sarebbe necessario procedere a una ristrutturazione degli impianti fusori presso la siderurgia dell'Unione. Questo processo di "ristrutturazione" generale, che include e impone anche la chiusura di molti impianti a ciclo integrale e la sostituzione di altiforni con forni elettrici, richiederebbe alcuni presupposti fondamentali: un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, ingenti investimenti e un piano strategico di filiera a lungo termine ben definito ed ampiamente condiviso».


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