Dopo un mese a due facce, quello di aprile si è aperto all'insegna dell'ottimismo sul fronte dei prezzi del rottame. È quanto scrive Assofermet nella sua consueta nota di mercato sulle materie prime per la siderurgia.
Marzo ha avuto un inizio «incerto e a tratti drammatico» a causa del conflitto russo-ucraino, che ha «dato il via libero definitivo al problema degli approvvigionamenti di energia e combustibili, costi compresi» e portato «la quasi totalità delle acciaierie italiane a chiusure forzate, che sono durate una settimana circa». Le stesse accaierie sono tornate in seguito ad acquistare rottame alzandone i prezzi d'acquisto, sia per il calmierarsi del caro energia sia per la necessità di lavorare per portare a termine gli ordini. Si è quindi passati a «una ricerca frenetica di rottame che ha portato i prezzi italiani a lievitare di oltre il 20%». Assofermet ha sottolineato che nel corso del mese c'è stata una riduzione del differenziale tra i prezzi dei lamierini e quelli di altre categorie di rottame, con una domanda particolarmente importante per le qualità medio-basse, quali cesoiati pesanti e demolizioni.
Per i commercianti di rottame è stato «difficile comprendere l'atteggiamento delle acciaierie italiane, che hanno inizialmente mantenuto prezzi più bassi nei confronti dei commercianti nazionali, pagando al contrario valori molto più alti agli impianti di recupero dell'Ue (tedeschi e francesi in primis)».
Per quanto riguarda il mese di aprile, Assofermet prevede un recupero parziale del gap rispetto ai prezzi internazionali. «I segnali da oltre confine sono, tra l'altro, orientati verso ulteriori aumenti, che potrebbero spingere le quotazioni a nuovi record storici. Il vero dilemma – ha continuato Assofermet – è ora quanto questa salita possa ancora permanere visto che sia il prodotto finito sia il rottame hanno raggiunto livelli che sono oramai difficilmente sostenibili da un'economia in parte azzoppata e fortemente condizionata dalla guerra in corso. Materie prime ai massimi storici, caro energia, difficoltà nell'approvvigionamento dei prodotti, guerra alle porte dell'Europa e ultimamente difficoltà finanziarie legate all'innalzamento dei prezzi: se questi sono i fondamentali dell'attuale economia, la vera domanda non è se ma quando girerà il vento e quanti danni farà».
Guardando all'estero, Assofermet ha parlato di un mercato internazionale dinamico, con volumi scambiati e prezzi molto alti. Ancora una volta, è stata la Turchia a trainare i prezzi verso l'alto. Anche per aprile si prevedono buoni scambi a livello internazionale, nonostante i noli marittimi e le spese sui trasporti siano in continuo aumento. I commercianti di tutti i Paesi europei stanno chiedendo ulteriori significativi aumenti alle acciaierie.
In Germania e Francia i prezzi del rottame a marzo sono stati più alti rispetto a quelli registrati sul mercato italiano. Assofermet prevede ulteriori aumenti, a seconda della qualità e del paese di provenienza.
Venendo alla ghisa d'affinazione, il mese di marzo «ha visto una escalation dei prezzi che ci ha rimandato al periodo pre-crisi del 2008, con punte oltre i 1.000 $/t CIF sul mercato americano per materiale con provenienza Brasile». Prezzi alti anche sul mercato italiano ed europeo, anche se inferiori a quelli statunitensi. Nei primi giorni di aprile c'è stato un ridimensionamento determinato dal ritorno di materiale russo, seppur in misura limitata. Le acciaierie stanno cercando di ridurre il più possibile la dipendenza dell'utilizzo della ghisa per motivi di prezzo e/o di incertezza in merito all'introduzione di ulteriori sanzioni contro Mosca. Assofermet ha evidenziato che «lo scenario è più critico nelle fonderie, dove la possibilità di ridurre il consumo di ghisa risulta al momento di più difficile attuazione».
Parlando infine di ferroleghe, Assofermet ha affermato che la crisi russo-ucraina «sta mettendo in difficoltà non solo la filiera dell'approvvigionamento, ma anche il reperimento di alternative ai prodotti provenienti da questi paesi». La creazione di flussi regolari da fonti alternativa richiederà molto tempo. A causa delle sanzioni, le forniture dalla Russia «stanno arrivando con il contagocce, in particolare per il FeCr. Anche le spedizioni di manganese e leghe di silicio dall'Ucraina sono in difficoltà a causa del blocco dei porti arittimi del paese e ai problemi legati al trasporto via terra verso i Paesi dell'Ue». Rispetto a febbraio, in Europa e in Italia, il FesiMn ha fatto registrare un incremento delle quotazioni del 40%, così come il FeCr. «In caso di prolungamento del conflitto – ha continuato Assofermet – i compratori europei saranno costretti a concentrare gli acquisti su fonti alternative in Malaysia e India, con un allungamento significativo dei tempi di consegna». Per aprile si prevede un mercato europeo abbastanza stagnante e con prezzi alti, «in quanto la gran parte degli acquisti da parte delle acciaierie Ue ha coperto un periodo di medio-lungo termine per il timore di non reperire per tempo le quantità necessarie. Un comportamento leggermente diverso è stato attualmente adottato da parte delle acciaierie italiane.»