Assofermet al Governo: riaprire il 14 aprile e rispondere ai problemi di liquidità temporanea

lunedì, 06 aprile 2020 11:04:32 (GMT+3)   |   Brescia
       

Riaprire il 14 aprile tutte le attività economiche rimaste operative ai sensi del decreto dell'11 marzo per il contenimento della diffusione del coronavirus. È questa la prima richiesta al Governo da parte dei presidenti di Assofermet, l'associazione italiana delle imprese del commercio e della prelavorazione di prodotti siderurgici, metalli non ferrosi, rottami, ferramenta e affini. In una lettera indirizzata all'esecutivo, il presidente Riccardo Benso insieme ai presidenti delle sezioni Acciai, Rottami, Metalli e Ferramenta sostengono che il mancato riavvio di tutte le attività avrebbe impatti catastrofici e irrecuperabili sul sistema economico generale, mettendo a rischio anche la stabilità sociale del paese.

Assofermet precisa che l'autorizzazione alla riapertura dovrà essere strettamente condizionata al rispetto dei protocolli sanitari previsti dai decreti del Presidente del Consiglio e dalle ordinanze emanate a livello sia nazionale sia regionale, con l'incentivazione ovunque possibile dello smart working/telelavoro. L'associazione chiede inoltre che vengano implementate in modo rapidissimo linee di credito garantite dallo Stato a tassi agevolati e finanziamenti a fondo perduto per investimenti e consumi. Questi permetterebbero «da un lato - si legge nella lettera - di risolvere i problemi di liquidità temporanea di intere e complesse filiere economico, dall'altro di attivare quegli strumenti di finanziamento per gli investimenti che tutto il sistema dovrà sostenere alla ripartenza, senza i quali difficilmente riusciremo a risollevarci»

I presidenti di Assofermet auspicano infine che i provvedimenti suggeriti siano resi «immediatamente fruibili dagli aventi diritto, sgravando gli stessi dai noti vincoli burocratici, con inutili appesantimenti operativi che malissimo si adatterebbero, risultando del tutto inadeguati, ad una situazione di estrema emergenza come l'attuale». 

Stefano Gennari


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