Assofermet Acciai: "L'apertura dell'inchiesta di salvaguardia UE ha avuto un impatto negativo sul mercato"

lunedì, 16 aprile 2018 17:47:59 (GMT+3)   |   Brescia
       

L'introduzione di misure di salvaguardia, anche provvisorie, comporterebbe un forte turbamento sul funzionamento del mercato interno dell'Unione. Di questo è convinta Assofermet Acciai, che in una missiva a firma del presidente Tommaso Sandrini ha esposto le proprie osservazioni e richieste destinate alla Direzione generale del Commercio e alla Direzione generale della Concorrenza della Commissione Europea.

Sandrini ha sottolineato che la semplice notizia dell'apertura dell'inchiesta ha avuto un impatto negativo sul mercato dell'UE, rallentando gli scambi "a causa del clima di incertezza che si è creato, e portando ad una pressione ribassista sui prezzi". 

Assofermet Acciai ritiene inoltre che la probabilità che a partire dal 23 marzo scorso una parte delle esportazioni di acciaio prima dirette negli USA possano essere ricollocate/destinate ad un paese membro dell'UE in quantitativi e/o a condizioni di mercato tali da minacciare un grave pregiudizio ai produttori dell'Unione sia una variabile da verificare e ponderare in modo accurato prima di prendere qualsiasi decisione. Assofermet Acciai ha ricordato che "sono già operativi sistemi che consentono un monitoraggio continuo e tempestivo dei flussi attesi di import sul mercato comunitario", pertanto appare "del tutto fuori luogo l'adozione di ulteriori misure di protezione del mercato sulla base di rischi che sono ancora tutti da dimostrare".

Secondo l'associazione italiana che rappresenta le imprese del commercio, della distribuzione e della prelavorazione di prodotti siderurgici, l'adozione di misure protezionistiche rischierebbe di compromettere l'attività di fabbricazione di svariati beni, prodotti, manufatti, macchinari e attrezzature all'interno dell'Unione, che vedrebbero delocalizzate le produzioni in paesi a minor costo delle materie prime. Inoltre, "l'impatto negativo su occupazione e PIL dell'Unione sarebbe largamente superiore ai benefici che si vorrebbero ottenere".

Assofermet Acciai ha evidenziato che, nonostante le motivazioni alla base dell'apertura dell'inchiesta, l'industria siderurgica dell'UE ha di fatto aumentato i volumi di produzione, nonostante le note difficoltà di un grande produttore italiano (Ilva); inoltre: il livello medio dei prezzi dell'acciaio sul mercato UE è costantemente risalito a partire dal primo trimestre 2016; il tasso di utilizzo degli impianti è migliorato; i settori di maggiore utilizzo dell'acciaio sono cresciuti del 4,3% nel 2017; il consumo reale di acciaio è tornato a crescere dal 2014; i risultati economici di tutti i gruppi siderurgici europei mostrano performance straordinarie a conferma dell'eccellente stato di salute del comparto. 

Grazie anche alla poderosa introduzione di altre misure di difesa quali dazi antidumping e anti-sussidi, i produttori dell'Unione, continua Assofermet Acciai, non appaiono in una condizione di fragilità tale da considerarli esposti ad un grave pregiudizio o ad un imminente evidente grave pregiudizio nei termini previsti dal Reg. UE 2015/478.

"Tra l'altro - si legge nella missiva - va considerato che per i produttori UE interessati al mercato USA, nel caso in cui si confermasse l'esclusione della UE dai provvedimenti della Section 232, oltre al mantenimento dei flussi di esportazione verso il mercato americano, si aprirebbero sicuramente inattese prospettive e opportunità di mercato, con la possibilità di un incremento delle esportazioni verso gli USA, approffitando del 'vuoto' lasciato da altri produttori, assoggettati ai dazi USA".

Assofermet Acciai rileva inoltre che "non risultano tra le 26 categorie di prodotti elencati in allegato all'avviso di apertura dell'indagine i lingotti e i semiprodotti, quali le billette, le bramme e i blumi (di acciai non legati), rientranti al contrario nel campo di applicazione dei dazi USA. Ciò alimenta tra gli operatori del resto della filiera il dubbio o, a seconda dei casi, il convincimento, che se verranno introdotte delle misure di salvaguardia, il beneficio per i produttori di acciaio dell'Unione sarà ancor più alto".

A parere dell'associazione, è fondamentale che la Commissione esamini la situazione nel suo complesso, valutando con grande attenzione anche le ricadute sull'intera filiera esistente a valle, senza dimenticare l'anello finale degli utilizzatori finali di acciaio. "Il rischio a livello comunitario, è di trovarsi in breve di fronte ad una grave mancanza (shortage) di acciaio nella UE, il cui mercato all'import (flussi) è già altamente protetto dall'articolato sistema di misure di protezione introdotte nel corso degli ultimi anni". 

"Aggiungiamo infine - conclude Assofermet Acciai - che eventuali misure di salvaguardia, di ulteriore chiusura e protezione del mercato UE, appaiono del tutto non compatibili con i processi di consolidamento in atto all'interno del Settore Siderurgico che, se arriveranno a compimento, porteranno il mercato UE ad un livello di concentrazione dell'offerta mai visto in nessun paese sviluppato. La competizione interna verrebbe del tutto azzerata in una configurazione tipicamente oligopolistica dell'offerta. Solo l'apertura all'importazione da paesi terzi permetterebbe il mantenimento di una corretta pressione competitiva".