ArcelorMittal Italia ricorrerà temporaneamente alla cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) che coinvolgerà circa 1.400 dipendenti dello stabilimento di Taranto. «Le sospensioni – si legge in un documento consegnato dall'azienda ai sindacati metalmeccanici – decorreranno a far data dal 1° luglio 2019 per le successive tredici settimane. Allo stato è ipotizzabile una ripresa del mercato e della domanda a valle di detto periodo, fatta salva la verifica della necessità di eventuale proroga ai sensi della vigente normativa».
Le motivazioni che hanno portato a questa decisione sono le stesse addotte dai vertici di ArcelorMittal sia lo scorso 6 maggio sia alla fine dello stesso mese. «Ad oggi – ha spiegato la multinazionale – si registra un'importante riduzione del consumo di acciaio a livello europeo e anche italiano, che ha determinato un progressivo minor carico di ordini e, quindi, di lavoro».
Il provvedimento vedrà la temporanea fermata totale o riduzione della marcia in alcuni impianti, quali la colata continua 5 (Area Primary), il Treno Nastri 1 e il laminatoio a freddo (Area Finishing) e delle aree funzionali alla marcia degli stessi impianti, quali le officine centrali di manutenzione, staff, utilities e logistica.
«È una decisione difficile – dichiara Matthieu Jehl, amministratore delegato di ArcelorMittal Italia – ma le condizioni del mercato sono davvero critiche in tutta Europa. Ci tengo a ribadire che sono misure temporanee, l'acciaio è un mercato ciclico».
ArcelorMittal ha poi proposto la data del'11 giugno «per un incontro da tenersi con le organizzazioni sindacali e le Rsu allo scopo di fornire ulteriori chiarimenti». Ma i sindacati hanno già «con forza rigettato al mittente la procedura, non volendo entrare neanche nel merito - hanno scritto Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil in una nota congiunta -. Invitiamo il Ministero dello Sviluppo economico, garante dell'accordo siglato il 6 settembre 2018, a convocare urgentemente un apposito incontro per verificare la completa applicazione dello stesso».
La reazione del ministro Di Maio non è tardata ad arrivare. «Sono stufo di aziende che firmano gli accordi e poi non vi tengono fede – ha dichiarato ieri 6 giugno il titolare del MiSE –. La prossima settimana ci vedremo, è già fissato un tavolo, devono tenere fede agli accordi".
Nonostante lo scenario assai critico, ArcelorMittal Italia ha ribadito il proprio impegno su tutti gli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale. Al termine di questi, grazie ad un investimento di oltre 2,4 miliardi di euro, Taranto ambisce a diventare il polo siderurgico integrato più avanzato e sostenibile d'Europa.
Stefano Gennari