«È stato riavviato ieri sera l'altoforno 2 dello stabilimento siderurgico tarantino, che era stato oggetto di una fermata nel marzo dello scorso anno per consentire l'esecuzione delle attività di adeguamento alle prescrizioni richieste dal Tribunale di Taranto». Lo ha comunicato ieri, 2 febbraio, ArcelorMittal Italia in una nota. «Stamattina – ha aggiunto l'azienda – la prima colata. Lo stabilimento di Taranto è tornato così in produzione con un assetto a 3 altiforni (AFO 1, AFO 2 e AFO 4) e le due acciaierie in marcia».
Tuttavia, come già comunicato ai sindacati, ArcelorMittal Italia fermerà l'altoforno 4 per sottoporlo a manutenzione straordinaria tra marzo ed aprile. Sull'altoforno 2, che era stato fermato circa dieci mesi fa, sono state ultimate e collaudate tutte le prescrizioni imposte dall'autorità giudiziaria dopo l'incidente mortale di giugno 2015 al fine di aumentare la sicurezza del campo di colata. Queste hanno riguardato nello specifico l'installazione di tre macchine: campionamento automatico della ghisa, massa a tappare e massa a forare. Gli interventi sono stati eseguiti da Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli impianti, con un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro.
Dai circa 3,3 milioni di tonnellate d'acciaio prodotti lo scorso anno – livello più basso nella storia dell'ex Ilva – l'output dovrebbe passare nel 2021 a 5 milioni di tonnellate secondo il piano industriale ArcelorMittal-Invitalia. Obiettivo ultimo del piano è arrivare a una produzione di 8 milioni di tonnellate nel 2025 grazie anche all'altoforno 5 ristrutturato e a un nuovo forno elettrico da 2,5 milioni di tonnellate.