Sfumato l'accordo tra ArcelorMittal Italia e i sindacati sulla nuova cassa integrazione COVID chiesta a partire dal prossimo 6 luglio per un numero massimo di 8.153 lavoratori dello stabilimento di Taranto. Sarà prorogata per ulteriori quattro settimane, secondo quanto riferito da Fim, Fiom e Uilm. «L'azienda ha comunicato che la stessa si rende necessaria per una caduta degli ordinativi a seguito della contrazione del mercato dell'acciaio – hanno fatto sapere i sindacati – scaturita dal post pandemia. Le organizzazioni sindacali hanno avanzato delle richieste in merito all'integrazione salariale, alla diminuzione del personale coinvolto dalla CIGO e da una rotazione equa dei lavoratori a parità di mansione». ArcelorMittal ha preannunciato che la cassa COVID potrebbe continuare fino a fine anno. «Intanto – ha riferito Francesco Brigati della Fiom Cgil – loro si preparano già con una procedura di cassa integrazione ordinaria che faranno partire dopo questa nuova proroga di cassa COVID se l'ammortizzatore sociale COVID non dovesse essere nel frattempo ancora disponibile». Ad oggi, nel mese di giugno si registrano circa 3.100 dipendenti diretti collocati in CIGO, mentre la presenza in fabbrica è di circa 3.800 lavoratori. La presenza media dell'indotto è di 2.200 unità.
Nel frattempo, sono stati riavviati alcuni cantieri per l'attuazione delle misure di risanamento ambientale AIA. Nello specifico, la copertura dei nastri, la rimozione di amianto, la depolverazione doccia delle batterie 7-8-9, la copertura del parco fossile, il trattamento acque reflue di AFO-LAF-COK. Tuttavia, il 27 luglio si fermerà il reparto Produzione lamiere (PLA) per termine commesse di lavoro. Ripartirà a fine agosto. Il laminatoio a freddo (LAF) resterà invece in produzione per altre quattro settimane.