ArcelorMittal Italia ha fermato il Treno Nastri 1 all'interno dello stabilimento ex Ilva di Taranto. In una nota diffusa venerdì scorso, l'azienda ha precisato che l'interruzione delle attività dell'impianto era già stata prevista come conseguenza della decisione di rallentare la produzione dello stabilimento ionico. «La fermata del Treno Nastri 1 - ha aggiunto ArcelorMittal - rientra nell'ambito delle fermate previste all'interno della procedura di Cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) avviata lo scorso 6 giugno». Il Treno Nastri 2 sta funzionando regolarmente.
Sullo sfondo resta l'annunciato spegnimento dell'Altoforno 2, come ordinato dalla Procura di Taranto nell'ambito del procedimento seguito alla morte nel 2015 dell'operaio Alessandro Morricella. Delle sette prescrizioni imposte all'ex Ilva e impartite con la restituzione dell'impianto (datata 7 settembre 2015), due non sono state attuate affatto, tre sono state parzialmente attuate e soltanto due sono state completate. I giudici, rigettando l'istanza di dissequestro presentata dall'Ilva in amministrazione straordinaria - probabilmente come strategia nell'ambito del processo per l'omicidio colposo di Morricella -, hanno disposto l'avvio delle operazioni di spegnimento, che dovrebbero richiedere due mesi. ArcelorMittal ha comunicato di volersi avvalere della società Paul Wurth per lo svolgimento delle attività di spegnimento dell'«Afo 2». Paul Wurth ha già svolto la visita specialistica sull'impianto per procedere alla stesura dell'offerta tecnica che sarà consegnata al custode giudiziario, l'ingegner Barbara Valenzano. Senza l'altoforno, si stima che la produzione scenderebbe dagli attuali 5 milioni di tonnellate a non più di 3,5.
Stefano Gennari