Il colosso mondiale dell'acciaio ArcelorMittal ha comunicato i propri risultati finanziari relativi al periodo gennaio-marzo di quest’anno, nel quale ha riportato una perdita netta di 1,12 miliardi di dollari, rispetto all'utile netto di 414 milioni di dollari dello stesso periodo del 2019.
I ricavi di vendita sono ammontati a 14,84 miliardi di dollari contro i 15,51 miliardi del trimestre precedente e i 19,19 miliardi del periodo gennaio-marzo 2019. Le diminuzioni sono state causate dalla pandemia di coronavirus, che ha ridotto sia le spedizioni di acciaio (-1,2%) sia quelle di minerale di ferro (-11%). L'EBITDA si è attestato a 967 milioni di dollari, segnando una flessione del 41,5% su base annua.
La produzione di acciaio grezzo è ammontata a 21,1 milioni di tonnellate, registrando una diminuzione del 12,4% in termini tendenziali, mentre l’output di minerale di ferro ha raggiunto i 14,4 milioni di tonnellate, facendo registrare un incremento del 2,1%.
Secondo il CEO di ArcelorMittal, Lakshmi N. Mittal, «ci sono ancora troppe incertezze per prevedere accuratamente cosa abbia in serbo il resto del 2020. Probabilmente, nel mese corrente diversi paesi cominceranno ad annunciare dettagli sulle loro "exit strategy". In questo periodo di allentamento delle misure precauzionali, i primi settori che potranno ripartire saranno quello edilizio e manifatturiero; difatti stiamo assistendo a segnali di riavvio della produzione da parte dei nostri clienti».
Nel secondo trimestre del 2020 si prevede che le spedizioni di ArcelorMittal si attestino nel range 13,5-14,5 milioni di tonnellate. Il colosso ha inoltre affermato che sta ipotizzando di ridurre del 25-30% i suoi costi fissi, in linea con i minori tassi di produzione.