Assofermet ha reso noto di aver scritto nei giorni scorsi alla Commissione europea per chiedere che la salvaguardia UE sulle importazioni di acciaio non venga rinnovata alla scadenza del 30 giugno. L'associazione delle imprese italiane del commercio, della distribuzione e della trasformazione di prodotti siderurgici ritiene che l'esecutivo Ue debba riconsiderare per il settore siderurgico dell'Unione «una riapertura verso i mercati internazionali, onde evitare non solo un eccessivo "shortage" di filiera, ma anche taluni effetti distorsivi di prezzo a danno degli Utilizzatori finali». Secondo Assofermet, «l'eccesso protezionistico causato dalla somma di dazi antiduping e antisovvenzioni» insieme alla salvaguardia «ha ingenerato un accentramento di potere contrattuale nelle mani di pochi grandi produttori europei a discapito degli attori a valle». L'associazione ha ricordato che nel comparto degli acciai piani al carbonio quanto in quello dei coils e delle lamiere in acciaio inox si registra una situazione di forte carenza di materiale causata in buona parte dal blocco ai flussi di importazione dovuto a sua volta al sistema dei provvedimenti in essere.
Assofermet ha affermato che tra le conseguenze negative di politiche eccessivamente protezionistiche, dalla seconda metà del 2020 in avanti, vi sono stati «un aumento dei prezzi a doppia cifra, con punte ddl 50-60% per alcuni prodotti», «poca disponbilità di merce da parte dei produttori europei e allungamento dei lead time», «prezzi europei molto più alti rispetto al mondo asiatico», «una sempre maggiore verticalizzazione dei produttori europei attraverso i loro centri di distribuzione» e, ancora, «effetti distorsivi sulla formazione del prezzo e condizionamenti sulla libera contrattazione tra le parti».
L'associazione ha richiesto alla Commissione Ue «un riesame complessivo della situazione, ricercando un migliore e diverso riequilibrio delle misure di protezione commerciale in atto e, più in particolare,
che il provvedimento di salvaguardia UE all'import, in scadenza al 30 giugno 2021, non sia più rinnovato, evitando qualsiasi estensione per il prossimo futuro». Assofermet ha ricordato infatti che «l'interesse globale dell'Unione dipende ed è rappresentato non solo dalla produzione europea, ma anche dalla miriade di società, distributori e centri di servizio indipendenti che operano sul mercato Ue».
Stefano Gennari