ANFIA: no a chiusura impianti se non insieme a Germania e Francia

lunedì, 16 marzo 2020 16:23:18 (GMT+3)   |   Brescia
       

L'ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) interviene sulla questione dei fermi produttivi nell'industria automotive italiana e lancia una proposta per non minare le possibilità di ripresa successive all'attuale crisi sanitaria scatenata dall'epidemia del coronavirus. «Di fronte all'emergenza sanitaria che tiene sotto scacco l'Italia ormai da alcune settimane e con l'aggravarsi della situazione negli ultimi giorni, la filiera automotive italiana rappresentata da ANFIA, dopo aver messo in campo tutte le disposizioni governative di prevenzione e contenimento della diffusione dell'epidemia, sostiene che non ci sono margini di chiusura degli impianti produttivi, se non con una decisione congiunta dei Paesi UE, in particolare Germania e Francia». È quanto si legge in una nota pubblicata oggi dall'associazione, la quale ha ricordato che il mercato tedesco e francese sono rispettivamente la prima e la seconda destinazione dell'export della componentistica automotive italiana (Germania: quota 20% nel 2018; Francia: quota 11% nel 2018). La posizione di ANFIA è arrivata dopo l'annuncio da parte di FCA e Ferrari di chiudere gli stabilimenti per due settimane.

«Teniamo alla salute dei nostri dipendenti – ha dichiarato il presidente di ANFIA, Paolo Scudieri –. Le aziende oggi sono luoghi in cui si applicano con rigore le misure di sicurezza messe in campo dal governo, ma lavoriamo anche per una ripresa che possa dare futuro ai nostri dipendenti e, con essi, alle loro famiglie». L'associazione ritiene che un approccio condiviso rappresenterebbe un vantaggio anche per Germania e Francia, in quanto agirebbe «come importante misura preventiva» in Paesi a rischio di un'escalation dei contagi analoga a quella italiana. 

Stefano Gennari


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