Alacero, associazione siderurgica dell’America Latina, ha dichiarato che nel periodo compreso fra gennaio e giugno dell’anno in corso il consumo apparente di acciai finiti nella regione in questione è stato pari a 33,5 milioni di tonnellate, rimanendo praticamente stabile rispetto allo stesso periodo del 2017. Gli incrementi maggiori si sono registrati in Brasile (+847.000 tonnellate, o +9%), in Argentina (+353.000 tonnellate, o +15%), e in Uruguay (+103.000 tonnellate, o +4%). In controtendenza con questi dati, il consumo apparente di acciai finiti è sceso in Venezuela (-63%), in Perù (-21%) ed in Honduras (-7%); tutte le variazioni percentuali fornite sono calcolate su base annua.
Nei primi sei mesi dell’anno, il commercio sul mercato locale degli acciai finiti ha registrato un deficit annuo pari a 6,6 milioni di tonnellate, dato in calo del 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sempre tra gennaio e giugno, solo il Brasile ha riportato un surplus, ammontato a 1,3 milioni di tonnellate, mentre il maggior deficit è stato registrato dal Messico (3 milioni di tonnellate di acciai). Gli altri paesi che hanno evidenziato deficit importanti sono stati la Colombia (1,2 milioni di tonnellate), il Cile (822.000 tonnellate), il Perù (685.000 tonnellate) e l’Ecuador (575.000 tonnellate).
Nel mese di luglio, la produzione di acciaio grezzo in America Latina è ammontata a 5,6 milioni di tonnellate, indicando un aumento del 4% su base mensile e del 5% su base annua.
Nei primi sei mesi dell’anno, la produzione di acciai finiti in America Latina (comprendendo anche la regione dei Caraibi) è ammontata a 27,4 milioni di tonnellate, in aumento del 5% su base annua.