Acciaierie d'Italia chiede la Cigs per 3.000 addetti

mercoledì, 02 marzo 2022 11:32:10 (GMT+3)   |   Brescia
       

Acciaierie d'Italia ha comunicato ieri 1 marzo alle sigle sindacali metalmeccaniche l'apertura della procedura di Cassa integrazione straordinaria (Cigs) per 3.000 addetti, di cui 2.500 a Taranto, per la durata di 12 mesi, a partire dal 28 marzo. Alla base della richiesta, si legge nel documento consegnato ai sindacati, «le ragioni tecniche ed economico-produttive connesse alla realizzazione degli interventi ambientali e alla attuazione del piano di riorganizzazione», che porteranno l'azienda ad adeguare «la forza lavoro ai volumi produttivi che allo stato [...] possono attestarsi, nelle condizioni massime di esercizio, a circa 6 milioni di tonnellate di acciaio». Per l'unità produttiva di Taranto, ha spiegato l'azienda, il piano prevede «rifacimento ed avvio di Altoforno 5, investimenti per la costruzione di un nuovo forno elettrico, investimenti tecnici e miglioramento qualità, adeguamento e upgrade ambientale degli impianti esistenti». 

La richiesta di Cigs si riferisce al periodo fino al 27 marzo 2023, ma soltanto il completamento della riorganizzazione aziendale, che «si presume si concluderà nel 2025, e quindi il raggiungimento di volumi produttivi pari a circa 8 milioni di tonnellate l'anno, consentirà all'azienda il totale impiego delle risorse». L'output di produzione é fissato a 15mila tonnellate al giorno di acciaio durante la fase attuativa del piano rispetto alle 20mila tonnellate di acciaio al giorno «producibili ad assetto produttivo ordinario».

L'azienda sostiene la necessità di salire gradualmente a una produzione di 8 milioni di tonnellate all'anno, perché volumi pari a 6 milioni di tonnellate – quelli attualmente autorizzati per i vincoli ambientali dal Dpcm 29 settembre 2017 – sono «non sufficienti a garantire l'equilibrio e la sostenibilità finanziaria degli oneri derivanti dall'attuale struttura dei costi». Per l'ex Ilva, il sito di Taranto e tutti gli altri «subiranno le conseguenze derivanti dal livello massimo della produzione determinando ripercussioni sul livello di saturazione degli assetti di marcia degli impianti e quindi con ovvie ricadute sulle possibilità di impiego, in modo continuativo, di tutto il personale addetto in ambito produttivo, manutentivo e dei vari enti di staff e servizi».

Attualmente i dipendenti di Acciaierie d'Italia sono 10.063, di cui 8.123 solo nel sito di Taranto. La produzione di acciaio è ammontata a 4,053 milioni di tonnellate lo scorso anno, a 3,421 milioni di tonnellate nel 2020 e a 4,327 milioni di tonnellate nel 2019.


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