«Acciaierie d'Italia è pronta a presentare la propria proposta di piano per la transizione ecologica dello stabilimento di Taranto, con obiettivo "l'acciaio verde italiano"». Lo ha annunciato la società dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha disposto l'annullamento della sentenza del TAR di Lecce n.249/2021 e di conseguenza evitato la chiusura dell'area a caldo dell'ex Ilva. Acciaierie d'Italia ha dichiarato che presenterà «già dalla prossima settimana, insieme con i suoi partner industriali Fincantieri e Paul Wurth, la propria proposta di piano per la transizione ecologica dell'intera area a caldo dello Stabilimento di Taranto, tramite l'applicazione di tecnologie innovative ambientalmente compatibili e con l'obiettivo di una progressiva e costante riduzione delle quote emissive, che vada anche oltre le attuali prescrizioni».
Paul Wurth si occuperà di verificare la fattibilità tecnica dell'implementazione di nuove tecnologie nell'impianto esistente per migliorare l'impatto ambientale e definirà gli input necessari all'analisi di fattibilità economica. ArcelorMittal lavorerà sulla verifica di fattibilità produttiva delle nuove soluzioni tecnologiche e dei relativi impatti economici/normativi/legali. Infine, a Fincantieri spetta il compito di verificare la fattibilità dei progetti, con riferimento in particolare a investimenti, tempistica, costi di gestione, in un'ottica di integrazione delle differenti attività di project management.
«Il piano – ha spiegato Acciaierie d'Italia – è un progetto di durata pluriennale allineato agli obiettivi di compatibilità ecologica stabiliti dall'Unione europea per i target di impatto climatico ed energetico ed è suddiviso in più fasi, tali da consentire la puntuale rilevazione dei risultati raggiunti». L'obiettivo è «la produzione di Green Steel nel nostro Paese. Acciaierie d'Italia è disponibile a verificare la proposta di piano di transizione ecologica e trasformazione industriale con tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni alle comunità locali, al sindacato e agli operatori dell'indotto».