Acciaierie d’Italia: 15 gruppi interessati alla corsa per l’acquisizione, tra timori di vendita “a spezzatino” e pressioni sindacali

giovedì, 26 settembre 2024 09:17:28 (GMT+3)   |   Brescia

Il processo di vendita ha visto l’interesse di 15 gruppi industriali nazionali e internazionali, confermato dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, il 21 settembre 2024, come riportato da diversi media locali in questi giorni. La gara, avviata dai commissari Fiori, Quaranta e Tabarelli a luglio 2024, prevede offerte per l’acquisizione dell’intero gruppo o di singoli asset. Solo tre gruppi – Vulcan SteelStelco e Baku Steel – sarebbero interessati all’intero complesso. Altri, come Marcegaglia, si sono concentrati su specifici stabilimenti, mantenendo viva l’ipotesi di una vendita “a spezzatino”.

Nippon Steel, che era stato indicato tra i potenziali acquirenti, non ha presentato una manifestazione di interesse, ma potrebbe comunque rientrare nella gara successivamente o attraverso cordate con altri soggetti. Anche Arvedi e Metinvest non sono ancora coinvolti ufficialmente, sebbene abbiano visitato gli impianti in passato.

Il bando prevede che le offerte vincolanti siano presentate entro la fine di novembre 2024. Queste offerte dovranno includere dettagli chiave come il perimetro dell’operazione, il piano industriale, le garanzie occupazionali, il piano di sostenibilità ambientale, e il prezzo offerto. Un aspetto importante è la decarbonizzazione, che è un requisito fondamentale: la mancanza di un piano di decarbonizzazione porterà all’esclusione automatica dell’offerta. I commissari stimano che la vendita potrebbe fruttare circa 1,5 miliardi di euro. Dopo la scadenza delle offerte vincolanti, potrebbero esserci ulteriori fasi di rilancio se ci saranno più concorrenti in gioco.

Il percorso di vendita di Acciaierie d’Italia è quindi in una fase decisiva, con numerosi gruppi industriali interessati e una grande attenzione agli aspetti ambientali, sociali ed economici. La priorità sembra rimanere la salvaguardia dell’integrità del gruppo e garantire la continuità produttiva, evitando soluzioni che potrebbero compromettere la sostenibilità a lungo termine degli stabilimenti.