"La distribuzione in Italia oggi sta vivendo un momento complessivamente positivo dal punto di vista dei volumi intermediati: diversi settori industriali stanno registrando infatti un trend positivo. Si soffre molto purtroppo dal punto di vista della marginalità unitaria, che viene continuamente depressa". Con queste parole Tommaso Sandrini, amministratore delegato di San Polo Lamiere eletto due settimane fa presidente di Assofermet Acciai, ha descritto sinteticamente a SteelOrbis lo stato di salute della distribuzione di acciaio nel nostro paese.
Secondo Sandrini, una marginalità insufficiente è il sintomo dei problemi del settore, che sono sostanzialmente tre.
Il primo è la sovraccapacità produttiva del settore. "In ambito distributivo - spiega Sandrini - la potenzialità di processamento e vendita sul mercato è n volte superiore a quella che è la domanda, il consumo apparente sul mercato domestico".
Secondariamente, vi è il tema della frammentazione degli operatori: "A parità di capacità, il fatto di essere notevolmente frammentati rende ingovernabile il sistema e aumenta ulteriormente la percezione di eccesso di offerta".
Infine, l'ad di San Polo Lamiere parla della sovrapposizione dei ruoli tra i tanti operatori: "Abbiamo assistito a centri servizi che vogliono fare i trader, che vogliono fare gli utilizzatori finali; e a produttori che vanno sempre di più a valle a vendere ai clienti finali dei centri servizi; ancora, a trader che si estendono a monte e a valle. Questa situazione crea enormi confusioni e fa sovrapporre tra loro gli anelli della catena del valore".
Per risolvere questi problemi, ciascuna azienda secondo Sandrini prova giustamente ad individuare le strategie più coerenti con il proprio modello. A livello di associazione, tuttavia, il neo presidente del sindacato Acciai di Assofermet ritiene sia necessario individuare temi rispetto ai quali fare fronte comune. E cita l'apertura del procedimento antidumping sul laminato a freddo cinese: "Deve rappresentare un momento di coesione, di confronto, per manifestare in maniera organica una posizione comune presso le istituzioni europee, individuando un interesse per il quale non siamo competitor, bensì tutti dalla stessa parte, scontando quello che è un problema atavico anche dell'associazionismo italiano, ovvero quello di una comunicazione inadeguata verso i soggetti istituzionali".
Pensando al suo ruolo in Assofermet, Sandrini vorrebbe individuare tematiche comuni su cui lavorare non in maniera contrapposta, ma coesa, "evitando forme di scontro tout court con i produttori, e provando invece ad individuare aree di interesse comune". "Oggi - spiega Sandrini - c'è un po' sul mercato l'effetto del gioco al massacro tra produttori che disintermediano la produzione vendendo ai clienti finali e distributori che per reazione rappresentano un bocchettone di ingresso di materiale di importazione a condizioni molto diverse". Una strategia che secondo Sandrini fa perdere valore ad entrambi gli operatori, e quindi è estremamente pericolosa. "Per uscire da questo vicolo cieco - conclude - occorre un dialogo pesante e costruttivo tra gli operatori. Troppo spesso litighiamo tra di noi in maniera poco proficua".