Dopo che il Consiglio di Coordinamento Economico della Turchia ha annunciato un aumento dei costi energetici per uso industriale, l’umore sul mercato del rottame di importazione nel paese è peggiorato. I prezzi più elevati degli acciai finiti non hanno avuto la spinta necessaria per decollare, quindi non hanno fornito alcun sostegno al segmento del rottame. Le ultime due prenotazioni di rottame di origine statunitense in Turchia hanno confermato la prospettiva negativa del mercato.
Un’acciaieria turca con sede nella regione di Marmara ha concluso la prima prenotazione dagli USA per rottame HMS I/II 80:20 a 370 $/t CFR, mentre il frantumato e il bonus grade sono stati prenotati a 390 $/t CFR. La stessa acciaieria ha effettuato un nuovo acquisto per gli stessi prodotti della medesima origine, rispettivamente a 371 $/t CFR e 391 $/t CFR. Entrambi i carichi sono previsti in spedizione a novembre. I precedenti accordi per l’origine USA erano stati chiusi a 375 $/t CFR.
Attualmente il prezzo di raccolta di rottame di un esportatore con sede in Belgio si attesta a 290 €/t DAP. Lunedì, un esportatore con sede ad Amsterdam ha acquistato rottame a 301 €/t DAP. Un altro esportatore europeo di rottame riferisce che i suoi prezzi di raccolta si attestano intorno ai 295 €/t DAP, e aggiunge che prezzi più bassi sono accompagnati da minori volumi di merce diretta ai depositi. Un grande produttore di acciaio in Turchia pensa che i prezzi del rottame deep sea potrebbero scendere di nuovo, e ha commentato: «Non ci aspettiamo un crollo, ma è possibile una nuova correzione al ribasso». Un venditore europeo ha affermato che il cambio euro-dollaro intorno a 1:1,05 dà ai venditori europei un po’ di spazio per competere con i fornitori statunitensi. I prezzi del rottame locale negli Stati Uniti non sono ancora stati definiti, anche se è previsto un calo. Nel frattempo, l’industria siderurgica turca continua a mostrare segni di rallentamento. Secondo una dichiarazione rilasciata dall’Associazione dei produttori siderurgici turchi (TCUD), nel mese di agosto di quest’anno la produzione di acciaio grezzo in Turchia è diminuita del 2,9% su base annua, raggiungendo i 2,8 milioni di tonnellate. Nel periodo gennaio-agosto, la Turchia ha prodotto 21,6 milioni di tonnellate di acciaio grezzo, registrando un calo del 12,1% su base annua. Tra gli operatori c’è grande preoccupazione circa l’ultimo trimestre del 2023, soprattutto dopo la notizia dell’aumento dei costi energetici. La maggior parte delle acciaierie turche concordano sul fatto che il costo aggiuntivo totale dei nuovi prezzi energetici sarà di circa 12-15 $/t. Nella giornata di ieri, 3 ottobre, SteelOrbis ha pubblicato un report riguardo ai nuovi costi energetici e il loro impatto.
Intanto, i prezzi del rottame short sea in Turchia sono sotto pressione da parte delle acciaierie. Un fornitore di rottame del Mediterraneo riferisce che la maggior parte dei produttori con sede ad Iskenderun mostra poco interesse verso le offerte short sea: «Stiamo puntando a 335 $/t CIF Iskenderun, anche se la risposta dei produttori resta da vedere». Gli ultimi accordi dalla Romania si sono attestati sui 340-343 $/t CFR, cioè 2-5 $/t in meno rispetto ai precedenti.