Questa settimana ha portato alcuni cambiamenti nel mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC): molti fornitori sostengono che i prezzi locali degli HRC abbiano raggiunto il minimo, dato che la maggior parte delle acciaierie europee non concede sconti, mentre i produttori del nord hanno persino tentato di aumentare le offerte. Nel segmento delle importazioni, invece, la situazione è ancora fiacca in termini di vendite e sostanzialmente invariata in termini di prezzi.
Dopo i significativi cali dei prezzi locali degli HRC in Europa nelle settimane precedenti, questa settimana i prezzi praticabili nell'UE si sono assestati a 600-620 €/t franco produttore, contro i 585-610 €/t franco produttore della settimana scorsa. In particolare, questa settimana i produttori locali in Italia si sono rifiutati di scendere al di sotto dei 600 €/t franco produttore, mentre alcune offerte hanno raggiunto i 620 €/t franco produttore. I prezzi locali degli HRC nel Nord Europa sono stati espressi a 610-620 €/t franco produttore, anche se sono state segnalate alcuni scambi a 600 €/t, come la scorsa settimana, mentre diverse acciaierie offrono a 630-640 €/t franco produttore, con un aumento di 10 €/t rispetto alla scorsa settimana.
«Abbiamo la sensazione di aver raggiunto il minimo», ha dichiarato a SteelOrbis un insider del mercato, aggiungendo: «Tuttavia, è difficile credere in un vero e proprio rimbalzo invece che in un semplice aggiustamento per coprire i costi, ma non c'è una tendenza significativa al rialzo perché la domanda reale lascia molto a desiderare».
«La domanda è molto bassa, ma è anche difficile trovare materiale, soprattutto se si vuole qualcosa di diverso dalle qualità di base», ha affermato un'altra fonte.
Le offerte import per gli HRC nell'Europa meridionale sono rimaste relativamente stabili nell'ultima settimana, attestandosi a 580-615 €/t CFR, a seconda del fornitore. Le offerte dal Vietnam si attestano ancora sui 580-585 €/t CFR Italia, mentre quelle di altri fornitori asiatici sono rimaste sui 600-615 €/t CFR. Secondo le fonti, gli scambi sono ancora quasi totalmente fermi a causa dei tempi di consegna più lunghi rispetto ai materiali locali e delle offerte poco competitive.